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E' vero che non brilla né ubriaca, ma le sue bollicine sono ugualmente efficaci. Il Napoli visto ieri in campo contro l'Udinese ha vinto 'all'italiana': minimo spettacolo, massimo risultato. D'altronde è così che fa una formazione cinica, risoluta e cosciente del fatto che ci siano momenti in cui non si può andare a 100 km/h, un po' per stanchezza un po' perché gli stimoli e le contromisure di un certo spessore non si applicano a tutte le avversarie.
L'Udinese di Oddo è stata certamente migliore rispetto a quella di Delneri, sebbene il neo-tecnico non abbia potuto apportare in pochi giorni grosse modifiche, ma uno scatto mentale c'è stato. La formazione friulana ha cercato per quanto possibile di lottare e di farsi sentire, costringendo anche gli azzurri a qualche intervento ai limiti del regolamento per frenare le avanzate (vedi il giallo di Jorginhoper fallo su De Paul). Tuttavia mentiremmo se parlassimo di un Pepe Reina sotto sforzo o costretto a salvare chissà quale pallone indirizzato verso la rete avversaria.
In parte lo stesso giudizio va dato su Scuffet: il tridente azzurro non aveva il solito quantitativo di carburante nelle gambe e allora si è ripiegato su Jorginho. Il brasiliano ha mancato il rigore conquistato in area da Maggio ma poi ha ribattuto, trionfando in gol.
E' bastata questa azione al Napoli per portare a casa i tre punti e arrivare con un buon margine all'appuntamento galante di venerdì sera al San Paolo contro la Juventus.
Vale la pena dire che l'avversaria prossima contro il Crotone ha vinto con 3 gol di scarto ma è sembrata meno tranquilla del Napoli. Forse è proprio questa la nuova qualità degli uomini di Sarri: la calma olimpica, ovvero imperturbabile. Non si nota più la smania assoluta del risultato e il continuo galoppo all'attacco: gli azzurri hanno imparato a gestire. Più che aver perso le capacità offensive e la lucidità, il Napoli ha imparato a conoscere sé stesso e adesso, in qualche occasione, può anche misurare la propria forza e abdicare in favore della gestione del match. Meno spettacolo, più funzionalità.
A tal proposito merita una menzione speciale il reparto arretrato. E' vero che si segna di meno rispetto alle prime gare della stagione, ma si subisce anche un numero inferiore di reti rispetto alle scorse annate. Quella del Napoli è la miglior difesa (9 reti subite in 14 partite), primato condiviso con la Roma, che ha però ancora il match con la Samp da recuperare. Un numero esiguo figlio delle 7 sfide in Serie A finite a reti bianche per gli avversari. Un dato che fa sorridere di serenità, anche alla luce del fatto che la squadra ha dovuto rispondere all'infortunio di Faouzi Ghoulam, perno dalla metà campo in giù. Ieri, ma anche contro lo Shakhtar, tra le altre cose, Christian Maggio ha dimostrato di potersela ancora cavare, meritando applausi e righe di giornale a suo elogio.
E' un Napoli nuovo, più consapevole e meno frettoloso. Un Napoli che avrebbe indubbiamente bisogno di riposo per recuperare energie mentali e fisiche, ma venerdì c'è la notte più attesa, quella contro la Juventus, al San Paolo. Non sarà solo una sfida da vertice, ma anche una prova di forza. Non deciderà la corsa scudetto, ma chiarisce in parte ambizioni e possibilità. Forse, anzi sicuramente, rivedremo lo spettacolo pirotecnico che è mancato contro l'Udinese, ma gli 1 a 0 vanno bene qualche volta, perché è anche così che si diventa grandi.
Sabrina Uccello
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