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Al San Paolo arriva il Milan di Vincenzo Montella, un Milan che ancora non ha trovato una vera e propria identità dopo la sontuosa campagna acquisti (almeno per i milioni investiti). Sono arrivati tanti giocatori che, però, non hanno creato ordine nelle idee di Montella e i risultati ne sono una dimostrazione. I rossoneri sono settimi in classifica con sei vittorie, un pareggio e cinque sconfitte, a 19 punti, troppo pochi a questo punto della stagione per una squadra che punta a finire tra i primi quattro per un posto in Champions League.
Il Napoli, d’altro canto, è ormai rodato, una squadra che gira perfettamente (o quasi) che incute terrore a qualsiasi avversario per la mole di gioco creata e per il modo in cui sviluppa le azioni. In estate sono arrivati solo due acquisti, Mario Rui e Ounas, per puntellare la rosa, per perfezionarla in quei reparti dove c’era qualche pecca. I ragazzi di mister Sarri hanno collezionato dieci vittorie e due pareggi, sono a quota 32 punti e comandano la classifica di Serie A.
Sembrerebbe una partita impari per quanto finora descritto, per il modo in cui le due squadre giocano e perché si giocherà al San Paolo ma, si sa, nel calcio nulla è da dare per scontato, tantomeno una partita del genere, una gara che sempre ha saputo dare mille emozioni: dal 4-2 dello scorso anno con la prima doppietta di Milik alla super rimonta da 0-2 a 2-2 targata Cigarini-Denis nei minuti di recupero nel lontano 2009.
E allora come si può decidere questa gara? Dove si differenziano le due squadre? La risposta non è semplice e abbiamo provato a ricercarla nel modo in cui le due compagini affrontano le partite da un punto di vista tattico:
NAPOLI – Sarri ha trovato la quadratura del cerchio per questa squadra, il credo tattico è sempre lo stesso: 4-3-3.
Maurizio Sarri ha le idee chiarissime su come impostare le partite tatticamente. Il 4-3-3 è ormai diventato il modulo di base con cui gli azzurri scendono in campo e da un po’ di tempo, ormai, i risultati sono davanti gli occhi di tutti. Mai il Napoli ha cominciato la gara con un modulo diverso, a sostegno delle tesi ormai ben salde nel pensiero di Sarri. Il tecnico toscano ha mandato in campo 22 calciatori diversi ma le pedine più importanti del tavolo sono Hamsik e Allan in mezzo al campo con dodici gare disputate su dodici (Allan è subentrato 5 volte dalla panchina) e i tre piccoletti là davanti, semplicemente insostituibili!
Negli azzurri non c’è un singolo giocatore su cui fare riferimento per cercare di risolvere la partita: il Napoli è un unico blocco dove tutti insieme remano dalla stessa parte, 32 gol segnati e solo 8 subiti ne sono una chiara dimostrazione. Undici i giocatori andati a segno: Mertens è il bomber indiscusso con 10 reti, segue Callejon con 5, poi Insigne con 3, Zielinski 2, Ghoulam 2 (mai andato a segno prima di questa stagione) Koulibaly 2, Allan 2, Milik 1, Hamsik 1, Rog 1, Jorgihno 1, autogol 2.
Come gioca il Napoli?
L’impronta di Maurizio Sarri è evidente, il Napoli crea spettacolo e tantissime occasioni da gol.
Il possesso palla è la base del calcio sarrista, con il 62% di media, gli azzurri sono la squadra che più di tutte tiene in mano il pallino del gioco: passaggi veloci e di prima a cercare il compagno meglio posizionato così da far correre a vuoto i calciatori avversari con compiti di pressing per poi cercare, e spesso trovare, la zampata vincente. L’arma in più del Napoli è stata, finora, la fascia sinistra con Ghoulam, Hamsik e Insigne ad incantare, creare gioco e occasioni da gol per i compagni: l’infortunio di Ghoulam ha preoccupato molti addetti ai lavori, ora toccherà a Mario Rui prendere in mano lo scettro lasciato libero dal terzino algerino.
Non mancano punti deboli nel Napoli, ed è proprio lì che il Milan proverà a infilarci il coltello: i calci piazzati sono un tunnel dal quale gli azzurri proprio non riescono ad uscire.
CALCIATORE DA TENERE D’OCCHIO PER IL MILAN: Dries Mertens.
MILAN – Montella ancora non ha ben chiaro quale modulo schierare e chi sono i “titolarissimi”: utilizzati già quattro moduli diversi.
Vincenzo Montella non ha le idee chiare, le formazioni schierate finora denotano questa “confusione” per i molteplici cambiamenti effettuati, con pochissime certezze. Nell prime dodici partite ha schierato ben quattro moduli diversi, cominciando al massimo per tre volte di fila con lo stesso schema. “L’aeroplanino” ha mandato in campo i suoi quattro volte con il 4-3-3, trovando nove punti su 12, tre volte con il 3-5-2 trovando solo sconfitte, tre volte ha utilizzato il 3-4-2-1 con quattro punti su nove disponibili e due volte con il 3-1-4-2 con sei punti su sei.
Le certezze del tecnico rossonero arrivano dai pilastri dello spogliatoio: Donnarumma, seppur giovanissimo, ha in mano le sorti della porta rossonera, Leonardo Bonucci, arrivato per 42 milioni dalla Juventus e capitano del “nuovo” Milan è sicuramente il leader caratteriale grazie all’esperienza e alla grinta maturata in questi anni. A centrocampo il calciatore di cui più si fida Montella è Frank Yannick Kessiè, arrivato in estate dall’Atalanta con aspettative altissime, non del tutto soddisfatte nelle prime dodici gare. Per Montella è imprescindibile, infatti è l’unico giocatore di movimento ad aver giocato tutte le partite di campionato. In attacco il nome più importante per i rossoneri è sicuramente quello di Suso, fondamentale nell’economia del gioco dei rossoneri per la leadership tecnica: dalla sua ha elevatissime capacità di dribbling, è uomo assist e anche goleador (capocannoniere del Milan in Serie A con 5 realizzazioni): dai suoi piedi arrivano quasi tutte le reti del Milan. Che sia assist o gol, lui c’è sempre.
Per il resto della rosa non ci sono gerarchie ben precise, i giocatori utilizzati in totale sono 22 con il giovane Locatelli a comandare la classifica dei subentrati.
Come gioca il Milan?
Non ha una precisa filosofia di gioco, forse proprio per i troppi moduli e giocatori utilizzati: certo è che spesso si cerca la giocata del singolo (Suso il più delle volte) per creare grattacapi alla retroguardia avversaria.
Il punto di forza del Milan risiede nei calci piazzati: alcuni rossoneri hanno piedi delicatissimi che possono mettere in difficoltà qualsiasi portiere con una punizione dal limite, dalla distanza o con cross molto invitanti per gli attaccanti: Calhanoglu e Suso su tutti.
Il punto più critico, invece, è nell'individualità: spesso i singoli commettono errori fatali o molto pericolosi per la porta rossonera.
Nel Milan sono ben noti problemi sia in fase realizzativa che in zona difensiva e in questo la classifica aiuta molto: sono solo 18 le reti messe a segno dall’attacco milanista e ben 16 le reti subite, il doppio rispetto al Napoli. I giocatori andati a segno sono solamente sette: Suso con 5 gol è in testa alla classifica, segue Kalinic con 3, Kessiè 2, Cutrone 2, Rodriguez 2, Montolvo 1, Romagnoli 1, autogol 2.
CALCIATORE DA TENERE D’OCCHIO PER IL NAPOLI: Suso.
REDAZIONE - Salvatore Amoroso.
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