Pareggio amaro del Napolinella serata di ieri, contro l'Atalanta, nella semifinale d'andata di CoppaItalia. Azzurri salvati solo da DavidOspina, uomo partita, che con diverse parate, soprattutto su Muriel e Pessina, ha mantenuto la porta inviolata. Attacco ancora una volta molto sterile, la mancanza di un bomber si sente. Ma in molti ieri avranno notato il cambio di modulo coraggioso di GennaroGattuso: difesa a 3, molto rocciosa, con Maksimovic-Koulibaly-Manolas. Per gli amanti dell'amarcord questa insolita linea difensiva ha riportato ai meravigliosi tempi di WalterMazzarri, portabandiera del classico modulo all'italiana, con tre centrali distribuiti dietro e gli esterni a tutta fascia.
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Napoli, ritorno al passato: le similitudini con l’era mazzarriana. Si stava meglio quando si stava peggio?
Pareggio amaro del Napoli nella serata di ieri, contro l’Atalanta, nella semifinale d’andata di Coppa Italia. Azzurri salvati solo da David Ospina, uomo partita, che con diverse parate, soprattutto su Muriel e Pessina, ha mantenuto la...
IL RITORNO AL PASSATO DEL NAPOLI: L'ERA MAZZARRIANA INSEGNA
Modulo che riporta al passato ma con risultati decisamente diversi. Ovviamente alla prima prova in partita nessuno poteva aspettarsi un successone da questa inedita linea difensiva, allo stesso modo qualcuno sperava in qualcosa di meglio. La squadra di Gasperini nel primo tempo ha dominato, arrivando spesso in zona gol con i suoi attaccanti molto agili e tecnici nello stretto. Nel secondo tempo gli azzurri sono venuti leggermente fuori senza mai trovare comunque la porta difesa da Gollini. Non un totale fallimento, considerata la porta inviolata contro una delle squadre che segna di più nel nostro campionato. Ma senza la grande prestazione di Ospina difficilmente lo 0-0 sarebbe stato il risultato finale.
Gli interpreti sono decisamente diversi rispetto all'era Mazzarriana, che vedeva in porta MorganDeSanctis, non un mago con i piedi ma molto reattivo sulle palle più inattese. Praticamente l'opposto dell'attuale numero uno colombiano. La difesa, appunto, era formata da tre centrali vecchio stampo: HugoCampagnaro, bravo tecnicamente e con ottime doti offensive, spesso la regia partiva dai suoi piedi; PaoloCannavaro, capitano e leader di uno spogliatoio solido, qualità non eccelse ma senza la sua presenza di sicuro il gruppo avrebbe agito diversamente; per ultimo SalvatoreAronica, centrale all'antica che sapeva fare un po' di tutto (ma non benissimo). Insomma, nessun SergioRamos o VanDijk, intanto questi tre centrali hanno affrontato e tenuto testa ad attaccanti dal calibro di SergioAguero,FernandoTorres e ZlatanIbrahimovic.
Perché il Napoli di Mazzarri era un po' così, brutto ma efficace. Nessun gioco alla Sarri o Guardiola, semplicemente creatività, lucidità sotto porta e forza di gruppo. Se pensiamo ai difensori di oggi nella squadra azzurra, specialmente nella partita di ieri sera, abbiamo: KalidouKoulibaly, tra i migliori centrali al mondo ma molto discontinuo nelle ultime 2 stagioni; KostasManolas, colosso greco, che è impressionante nell'uno contro uno ma spesso si fa trovare fuori posizione; NikolaMaksimovic, 1.96 di pura "cazzimma", spesso non coordinata con i piedi. Individualmente sono tutti più forti dei centrali mazzarriani, ma a livello di risultati e di coesione il confronto non regge.
IL CENTROCAMPO
Il centrocampo forse è solo migliorato nel tempo, un regista come il tanto desiderato Inler non c'è al momento, in compenso ci sono le qualità di Bakayoko e Demme, che stanno tenendo la linea in modo egregio. Il francese è calato nell'ultimo periodo, c'è da dire che al tempo però Gargano a livello di discontinuità non era tanto lontano dall'ex Chelsea. In più c'è parecchia profondità di rosa: tra gli indisponibili c'è comunque FabianRuiz, genio incompreso e sottotono negli ultimi tempi, e poi EljifElmas che sta tornando di sicuro più utile di Lobotka, acquisto al momento fallimentare.
Di certo imparagonabile quanto fatto da MarekHamsik a quei tempi rispetto al trequartista di adesso, Piotr Zielinski, che con tutto il rispetto (nonostante un potenziale inimmaginabile) al momento ha fatto il 10% dell'eterno slovacco. Il recordman azzurro avrà una menzione d'onore tra gli attaccanti, dato che nel 3-4-1-2 di Mazzarri viveva alle spalle di Cavani e Lavezzi.
Il lavoro fatto da Maggio e Dossena è difficile da paragonare agli esterni odierni azzurri, dati i compiti diversi ed una sola partita da poter analizzare nella stessa posizione. Di sicuro quanto costruito dall'ormai ex Benevento, che in molti ricorderanno come il "quarto tenore", ha facilitato negli anni il lavoro degli attaccanti, che si ritrovavano spesso il pallone davanti alla porta. Non lo stesso risultato di GiovanniDiLorenzo e MarioRui, che giocano molto più sulla difensiva. Ma, ripeto, il paragone è complicato.
L'ATTACCO, L'ATTUALE TALLONE D'ACHILLE
Tocca all'attacco, il vero tallone d'Achille del momento. Complici gli infortuni, il Napoli di Gattuso quest'anno ha deluso in zona offensiva. Spesso c'è stata poca lucidità sotto porta, da ricordare le partita con lo Spezia, con l'AZ Alkmaar all'andata, diverse occasioni in cui gli attaccanti hanno mancato il centro. Il parco centravanti di Ringhio è eccellente, ma in questi primi 6 mesi di campionato non è performante.
Osimhen, il vero bomber scelto la scorsa estate e pagato profumatamente, ha saltato più di mezza stagione tra infortunio e Covid. Mertens è partito bene ma poi si è perso mano mano sempre per colpa di vari stop, l'ultimo alla caviglia. La vera sorpresa il ChuckyLozano, capocannoniere in SerieA con LorenzoInsigne. Anche per il capitano si tratta della stagione più prolifica di sempre, arrivati a questa giornata. Se aggiungiamo i gol di Petagna e Politano arriviamo ad una buona somma, che spesso però non è bastata, costando caro agli azzurri.
Perché alla fine, analizzando bene i dati, quello che manca agli azzurri in questo momento, particolarmente, è un bomber. In questo pezzo stiamo parlando delle differenze tra il Napoli di adesso e quello di Mazzarri di circa 10 anni fa, quindi, pensando ad un grande centravanti, può venire in mente solo un nome: Edinson Roberto Cavani Gómez. Con il tecnico toscano, il Matador, vero catalizzatore della squadra, ha segnato 104 gol in 138 partite, con una media spaventosa. Indimenticabili i 5 gol in 8 partite di Champions disputate, dimostrando l'incredibile freddezza davanti ai portieri più forti del mondo.
Quel Napoli, come detto poc'anzi, fatto di giocatori mediocri dietro e di fuoriclasse davanti, ha messo alle corde il Chelsea. Gli inglesi vinsero la tanto ambita coppa dalle grandi orecchie proprio in quella stagione, dopo aver sconfitto gli azzurri ai supplementari (maledetto Ivanovic).
Magari alla squadra di oggi manca il PochoLavezzi, con la sua imprevedibilità; Hamsik, con i suoi inserimenti perfetti e decisivi; ma di certo non si può dire che è tutto da buttare. Forse, "si stava meglio quando si stava peggio", a livello di risultati e di piazzamenti, ma al momento il Napoli ha una rosa ampia, presentabile egregiamente in ogni competizione, con giocatori importanti. Magari manca la coesione in tutti i reparti, come la difesa, che dall'addio di RaulAlbiol non ha ancora visto tempi felicissimi.
Ma questa squadra guidata da Gattuso ha tanto margine di crescita, come lo aveva il primo Napoli di Mazzarri, che non ha dominato immediatamente. Il matador Cavani non è replicabile, per statistiche e stile di gioco, ma VictorOsimhen può avvicinarsi molto. Col tempo e con la forma fisica potrebbe essere il Cavani che tanto manca agli azzurri, visto in questi ultimi anni, in un certo senso, solo nel tanto rinnegato Gonzalo Higuain.
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