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«Cavani al Napoli? L'anno prossimo se ne potrebbe parlare, sempre che Ancelotti sia d'accordo, a patto che il Psg si convinca a darcelo in prestito gratuito o a cederlo a una cifra simbolica, piuttosto che vedergli disputare una stagione mediocre, e che lui si accontenti di un ingaggio di 6-7 milioni». Aurelio De Laurentiis, ai microfoni di Radio Kiss Kiss, parla ancora del Matador e dell'ipotesi che possa tornare a indossare la maglia azzurra. «L'ho incontrato con piacere al Parco dei Principi - dice il presidente - e l'ho trascinato negli spogliatoi, dove ha salutato i vecchi compagni. Ha due figli a Napoli ed è normale che l'Italia e Napoli gli manchino. A Parigi non ti affacci e vedi Capri, vedi la Tour Eiffel e tante altre cose, è una città importante ma non è vivibile da protagonista per le strade come accade a Napoli». «Comunque bisognerebbe anche spiegargli - aggiunge il presidente - che per noi è importante la filosofia dei 24 giocatori, della rosa. Certi giocatori se ne sono voluti andare via da Napoli perché dovevano sentirsi protagonisti e celebrati attraverso la vittoria dello scudetto che a Napoli non arrivava. Ma qui non è il singolo calciatore, bensì il Napoli che deve vincere lo scudetto, assieme ai tifosi, alla città, alla società, all'allenatore e ai giocatori, tutti comuni denominatori di una vittoria di scudetto o di Champions», conclude il patron del Napoli.
«Dalla Var non si torna indietro ma, in caso di episodi dubbi, l'arbitro deve sempre controllare il video. Occorre sedersi attorno a un tavolo e chiarirsi bene su questo punto, altrimenti bisognerà intervenire pesantemente, fino a chiedere i danni. Non dimentichiamo che c'è stata Calciopoli e che si fa presto a pensare male». ll presidente del Napoli commenta quanto detto dal designatore sulle sette-otto sviste arbitrali che ci sono state nella prima parte della stagione. «Ma perchè, è così complicato? - si chiede De Laurentiis -. La tecnologia deve essere di aiuto ai club e agli arbitri. Se la cabina di regia non interviene quando c'è qualche cosa e si aspetta che lo faccia l'arbitro, non va bene. È la Var che deve fermare il gioco e dire all'arbitro di andarsi a rivedere l'episodio. Questo non sta avvenendo». «Putroppo in Italia quando si crea una cosa nuova - prosegue il presidente del Napoli - la si lascia lì per 20 anni, non si adegua, non si migliora. E poi, su tutto c'è una specie di segreto, come se dovesse essere gestito da altri, quando invece siamo noi società che paghiamo la Federazione, gli arbitri, siamo noi i padroni del vapore che devono tutelare gli investimenti e le aspettative dei tifosi». «I traguardi - conclude De Laurentiis - vanno raggiunti insieme, perché facciamo parte di un unico gruppo di lavoro. La Var deve proteggere noi e loro».
Il Mattino.
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