Gaetano Fontana, ex Napoli ed allenatore, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo per parlare delle principali vicende del calcio italiano, tra cui la gara di domenica contro la Fiorentina.
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Fontana: “Assenza Torreira più pesante rispetto a quella di Anguissa, ecco perché”
"Lui ha raggiunto una completezza e mancando lui sarà un vantaggio per il Napoli. Anguissa recentemente è venuto meno e il Napoli ha trovato nuovi equilibri in quella zona di campo"
Le parole di Fontana
Di seguito un estratto delle dichiarazioni rilasciate da Fontana ai microfoni dell'emittente radiofonica:
"Il mio calcio era più pratico e viveva di più sulle qualità individuali. Nasceva la tattica abbinata all’abilità calcistica. Oggi è un vantaggio per i giocatori avere informazioni su come ragiona un singolo elemento avversario, ci sono conoscenze sui principi e gli sviluppi più approfonditi. Oggi c’è una conoscenza diversa e per un atleta questo è un vantaggio. Siamo indietro in Italia rispetto ai campionati stranieri perché c’è una cultura che differenzia le cose. Chi ti dà intensità, chi ti dà volume di corsa sono i giocatori evoluti ma allo stesso tempo giocano. In Italia facciamo fatica a reclutare giovani calciatori che al primo errore bocciamo, siamo costretti ad appoggiarci all’usato sicuro. Negli altri Paesi hanno la pazienza di aspettare invece".
Su Napoli-Fiorentina
"Pesa di più l’assenza di Torreira per la Viola invece che quella di Anguissa. Le squadre cercano di bloccare Torreira nella prima costruzione e Italiano lo sgancia appoggiandolo agli attaccanti, cosa che è risultata vincente perché con i suoi inserimenti ha anche determinato alcune partite. Lui ha raggiunto una completezza e mancando lui sarà un vantaggio per il Napoli. Anguissa recentemente è venuto meno e il Napoli ha trovato nuovi equilibri in quella zona di campo".
Sul possibile ritorno del Benevento in Serie A
"C’è la possibilità, vincendo la partita da recuperare andrebbero a 3 punti dalla prima. L’organico è pronto per andare fino in fondo, anche se non è semplice vincerle tutte. Caserta vive per il calcio e fa esprimere i suoi giocatori al meglio. Ci possono essere dei cali, sono pur sempre uomini. Il Covid incide tanto, non è un’influenza da smaltire. Bisogna mantenere accesa la luce, la scintilla che faccia intuire che possono giocarsela fino alla fine".
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