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CDS, solo il Napoli ha il fenomeno Allan

Redazione

Strappi mostruosamente proibiti solo il Napoli ha il fenomeno Allan

Se per caso vi siete persi uno scatto, e ne ha fatti, potrete sempre aspettare la prossima: perché Allan dura di più, va su e giù per il campo, sembrerebbe un maratoneta, afferra il pallone e quasi se lo porta a casa - e ne recupera eh, al Parco dei Principi ne ha sradicati tredici - poi si ricarica e riparte, come un tornado travolgente. C’à un viaggio lungo da fare, conduce dritto sino al Brasile, è il sogno di una vita, di chiunque, dunque anche la sua, e bisognerà che Tite faccia in fretta, se non vuole accorgersi che intanto anche il calcio è cambiato e può succedere che in Italia gli spalanchino le porte della Nazionale.

LEADER AGONISTICO. Si scrive tante volte leader, e non sempre in maniera opportuna, adeguata: ma andate un po’ a riguardarvi Psg-Napoli, o anche una delle precedenti “pazzesche” esibizioni, poi comincerete anche a non chiedervi più perché mai Ancelotti abbia deciso di nuovo e sempre per lui, dodici su dodici, soltanto qualche panchina (a Belgrado, poi a Torino e con il Sassuolo) e un’investitura ch’è nei fatti, perché di questo forzuto, sembra quasi un “energumeno”, è impossibile farne a meno. Anche perché, dove non è possibile arrivarci da solo, Allan ci porta gli alleati: «Al San Paolo, al ritorno, ci servirà uno stadio pieno per provare a battere il Psg. Ci siamo andati vicini, abbiamo fatto una grandissima, poi è arrivata la prodezza di Di Maria e ci è rimasta l’amarezza per il pareggio e la soddisfazione per il modo in cui abbiamo interpretato la partita. Sarà difficile, lo sappiamo, perché loro hanno grosse qualità individuale». Ma forse gli manca “un mostro” di queste dimensioni, un uomo capace di mettere tutti d’accordo, tranne Tite, il Ct del Brasile, che non riesce a suturare quella ferita d’una convocazione che ogni tanto albeggia e poi, ciclicamente, ahilui puntualmente, tramonta e della quale, per il momento, non conviene parlarne più. Sarebbe fiato sprecato, un lusso.

ENERGETICO. Allan è uno e anche trino (senz’allusioni, sia chiaro), occupa il campo, lo divora, la domina in lungo e anche in profondità: fa la fase difensiva, poi quella offensiva, non si ritrae ma riparte, inseguendo traguardi sparsi qua e là nel suo futuro immediato. «Adesso dobbiamo pensare alla Roma, poi all’Empoli e tra due settimane cominceremo a concentrarci sul Paris Saint Germain: ma noi, in Francia, abbiamo giocato una grandissima partita e siamo consapevoli di quello che valiamo». E pure di quello che vogliono: nel girone della morte, con quelle scariche di energia, c’è ancora vita per tutti, per il Napoli più del Psg, dice ora la classifica, perché Allan s’è fatto anche filosoficamente boskoviano, ripensando all’epilogo di mercoledì: «Partita finisce quando arbitra fischia». Ma non per tutti: perché fino al 2023, l’anno della scadenza del nuovo contratto rinnovato nel marzo scorso, ci sono sentieri da percorrere tutti insieme, dieci giocatori più Allan che tira il gruppo. Il trucco c’è e si vede...

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