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NAPLES, ITALY - JANUARY 13: Andrea Petagna of S.S.C. Napoli celebrates with teammate Hirving Lozano after scoring their team's third goal during the Coppa Italia match between SSC Napoli and Empoli FC at Stadio Diego Armando Maradona on January 13, 2021 in Naples, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Il Napoli conquista i quarti di Coppa Italia ma, risultato a parte, bisogna essere onesti: il primo dato che emerge non è particolarmente confortante. La sensazione è che nella squadra regni la paura e purtroppo - anche se costa ammetterlo - il disagio inizia ad assumere proporzioni preoccupanti.
Al termine del match non si contano le azioni in cui i ragazzi di Gattuso, pur tessendo abilmente la manovra offensiva, si sfaldano al momento decisivo. E' un copione che si ripete sistematicamente: i partenopei guadagnano l'area di rigore e iniziano inutilmente a dialogare tra loro. Ma arrivati in quella zona di campo, più che la "diplomazia" servirebbe una sentenza capitale. Servono gli occhi della tigre. Nessuno, a parte il Chucky Lozano, si assume (con serenità) la responsabilità del tiro in porta.
Oggi, anche se ha siglato il gol vittoria, Petagna ha offerto un saggio esaustivo del suo repertorio (pregi e difetti): parliamo di un buon calciatore che però, pur giocando da centravanti, non sembra avere un grande feeling con la porta. Eppure, non si può certo dire che non sia di sostegno ai compagni di squadra. In ogni caso l'ex Spal "danza" col pallone a ridosso del portiere avversario, e questo è senz'altro un limite: non può sempre cercare - come ha fatto - il passaggio per il compagno potenzialmente meglio piazzato. Il centravanti vero è egoista per definizione e a volte bisogna azzardare il tiro, anche a costo di rimediare una figuraccia.
Bene invece Lozano. Il messicano ha sostanzialmente deciso il confronto con un paio di giocate adamantine. Il primo gol nasce da una serpentina letale (con assist al bacio "in allegato"), mentre il raddoppio - splendido peraltro - porta in calce la sua firma. Una bordata siderale che non lascia scampo al portiere. Al momento il Chucky è il leader tecnico del Napoli: chi lo avrebbe mai detto un anno fa?
Capitolo difesa. Nonostante i due gol al passivo, e a prescindere dalla prestazione offerta (è buona la marcatura sul "tarantolato" Matos), il rientro di Koulibaly è la prima nota lieta di serata. Veniamo ora al suo compagno di reparto, Amir Rahmani. Il kosovaro, autore tutto sommato di un'onesta partita, prende fiducia dopo lo strafalcione di Udine e riesce ad arginare Olivieri in ogni suo tentativo. Nel secondo tempo sfiora il gol ma il suo colpo di testa viene intercettato sulla linea di porta. E' quindi bravo Petagna a ribadire nel sacco con il destro.
Molto male invece Lobotka. Costato un capitale, il centrocampista slovacco (alla prima da titolare), ha steccato l'ennesima prova. Pur non essendo particolarmente ostacolato dal pressing empolese, l'ex Celta non tenta mai la verticalizzazione o la giocata risolutiva nella zona nevralgica del campo. Si limita sempre al compitino ed è certamente colpevole in occasione del secondo gol empolese. Invece di andare incontro alla palla, Lobo decide di inarcarsi per estendere il volume del corpo e intercettare la conclusione dell'avversario. Mai scelta fu più improvvida. Certo, si può discutere sull'eccessiva libertà di Bajrami, ma in questo anche Demme ha la sua buona dose di colpe... In definitiva, il Napoli, di riffa o di raffa, porta a casa la seconda vittoria consecutiva. La squadra non convince, ma se è vero che vincere aiuta a vincere tanto vale prendersi il meglio e provare a guardare il futuro con maggiore ottimismo.
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