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Il Napoli si è dato una missione. E’ l’anno dello spettacolo. Più che vincere, vuole st

Redazione

Il Napoli si è dato una missione. E’ l’anno dello spettacolo. Più che vincere, vuole stupire. Passano neanche 40′, ed è già 0-3 ad Empoli, dove non aveva vinto neanche con Maradona in campo, pareggio...

Il Napoli si è dato una missione. E' l'anno dello spettacolo. Più che vincere, vuole stupire. Passano neanche 40', ed è già 0-3 ad Empoli, dove non aveva vinto neanche con Maradona in campo, pareggio senza reti il 5 aprile 1987 ad un mese dallo scudetto, ma Diego quel giorno aveva troppa fretta per segnare: a Fiumicino doveva saltare sul primo jumbo di Aerolinas Argentinas, destino Buenos Aires, inseguito dai soliti giornalisti e dal cineoperatore personale Laburu. Era diventato papà, lo aspettava Janinna, sono passati trent'anni. Altro Napoli ed altri spettacoli.

Questa squadra è a 10 punti dalla Juve, da tempo non corre per lo scudetto, senza Higuain ieri brutalmente sostituito da Allegri, ha segnato 9 gol più dell'anno scorso ma ne ha subiti altrettanti in più, si diverte a fare e disfare. Si racconta tra le quinte l'ira di Sarri dopo le prime reazioni sul campo, ci si mette anche Hamisik: le sue parole fanno pensare ad una squadra poco coesa. Le voci di dentro rivelano qualche lesione nel gruppo attraverso metafore: quando due genitori stanno per dividersi, i figli sbandano. Se vere, queste voci siano esaminate con più attenzione da De Laurentiis e Sarri. Fuori dalla Champions, il Napoli si candida per secondo posto e Coppa Italia, e la serie A riprenderà con la prima di due visite della Juve al San Paolo. Meglio rimanere uniti.

Il Napoli è trascinato proprio da due giocatori con contratti da prolungare. Insigne segna 2 gol e va a 12, Mertens a 20 con una punizione che fa ingelosire Corso, Pirlo e Pjanic in ordine di epoche. La migliore coppia-gol del momento, quota 32, è la stessa che si diverte con il presidente e l'ad Chiavelli: come giocare in Borsa, la parsimonia della società contro le buone azioni di Mertens e Insigne. Ormai due purosangue da Gran Premio.

Non solo i gol, Insigne e Mertens fino a poco tempo ingabbiati in una crudele staffetta rappresentano la prima scelta per l'attacco. Nè il pesante Milik visto negli ultimi minuti nè Pavoletti sono oggi alternative rilevanti. Con la Juve dovranno sbrigarsela loro, insieme con Hamsik, il capitano che scuote una ciurma in parte languida. Fa discutere Callejòn, giocar sempre gli fa onore, ma nuoce. Vi è stata una coincidenza nella ripresa, convertita in spettacolo del brivido. Il calo di tensione e i cambi di Sarri: fanno intendere che la partita sia ormai vinta. Entra lo svagato Diawara per un Jorginho, ammonito: primo smottamento. Sembra solo una zolletta di zucchero a Giaccherini l'uscita di Insigne.

Quella di Mertens rivela i disagi di Milik. Si poteva fare meglio per mettere al sicuro lo 0-3? Forse. Un'ipotesi: al posto di Callejon il trascurato Rog, capace di entrambe le fasi sulla fascia, quarto a destra in un 4-4-2 di copertura. Ma non ditelo a Sarri: è già furioso dopo questa vittoria preziosa ma dal fondo un po' amaro. Repubblica.