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Il Napoli è ormai stabilmente in Serie A da un decennio. Tanti tecnici si sono seduti sulla panchina azzurra: Reja, Donadoni, Mazzarri, Benitez, Sarri. La squadra azzura ha sempre portato con sé l'immagine di una squadra temibile in avanti, pronta a colpire, ma troppo ballerina in difesa. Gli errori della retroguardia spesso hanno inficiato il risultato, i calci da fermo sono sempre stati la note più dolente. Marcature inefficaci e reti subìte alla prima occasione.
In Italia vince chi prende meno gol, almeno così si dice, ma la squadra partenopea ha sempre adottato una strategia differente. Reti a grappoli, alla ricerca della vittoria segnandone una in più dell'avversario. Maurizio Sarri è arrivato pronto per a rivoluzione: l'artefice del capolavoro ad Empoli è stato scelto dal presidente De Laurentiis per il suo perfezionismo. Il Napoli era già una formazione forte, ma si sentiva la mancanza di un quid. Questo qualcosa era da aggiungere alla fase difensiva.
Sarri comincia subito a lavorare sui propri schemi, i calciatori devono conoscerli alla perfezione prima di scendere in campo. La fase difensiva è studiata fin nei dettagli, gli allenamenti vengono registrati e revisionati. Vengono utilizzati addirittura droni aerei, nulla può sfuggire al tecnico partenopeo: il cambiamento c'è e si vede.
Il primo anno di Serie A sarriano si conclude con sole 32 reti subìte, quello successivo recita 39 gol subìti. Il peggioramento però non c'è stato: messi a segno 94 gol, 14 in più del campionato precedente, ed in più c'è stato l'impegno della Champions League. La difesa ballerina si trasforma per mano del tecnico in un nuovo punto di forza: la coppia Koulibaly-Albiol è cresciuta e maturata. Il senegalese in particolare ha subìto una metamorfosi dopo gli errori grossolani dei suoi primi mesi napoletani, adesso è seguito dai top club di tutta Europa.
Si elogia la squadra azzurra per aver imparato a vincere con cinismo le partite sporche. Finalizzare le poche occasioni a disposizione portando così a casa il risultato, ma l'impresa non sarebbe stata possibile senza gli insegnamenti difensivi di Maurizio Sarri. Terminare l'incontro con la rete inviolata è fondamentale, la retroguardia non ha più paura dinanzi a nessun attaccante. La trasformazione azzurra è completa: un nuovo punto di forza si aggiunge alla lista dei capolavori sarriani, lo scudetto in Italia non si può vincere soltanto segnando un gol in più dell'avversario.
REDAZIONE - Luca D'Isanto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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