Durante Roma-Napoli abbiamo visto Stefano Borghi - beninteso, per distacco il miglior telecronista italiano - "esaltarsi" per le azioni dei padroni di casa, molto meno per quelle pur pregevoli dei partenopei. Un tenore narrativo che non è passato inosservato a tanti tifosi azzurri. In Napoli-Bologna invece, l'ex bandiera del Milan Massimo Ambrosini - impegnato per l'occasione come commento tecnico - ha più volte ribadito che "no, non c'era affatto il secondo rigore assegnato ai ragazzi di Spalletti". Quasi come se fosse un'invenzione dell'arbitro.
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La roulette russa del vertice: perché bisogna «lottare» anche contro DAZN?
Lotta per il vertice, perché bisogna «lottare» anche contro DAZN?
Perché bisogna «lottare» anche contro DAZN?
Ed è difficile pensare che gli azzurri nella complessa lotta per il titolo, nella roulette russa del vertice, debbano "lottare" anche con i telecronisti di DAZN. Ok, forse lottare è un termine un tantino esagerato. In ogni caso per lottare qui s'intende, molto semplicemente, evidenziare un qualcosa che è stato molto spiacevole, affinché anche i media possano essere più equilibrati.
Ed è inutile rimarcare l'ovvio: il Napoli, ai punti, avrebbe dovuto vincere la gara dell'Olimpico... ci sono due episodi arbitrali più che controversi (la mancata espulsione di Abraham e il rigore non concesso per il fallo su Anguissa). In Napoli-Bologna, invece, i due penalty sono francamente incontestabili. Come ha peraltro sostenuto il giornalista Paolo Del Genio è inconcepibile pensare che, regolamento alla mano, le decisioni del direttore di gara siano state generose. Magari la Juventus è fuori dai giochi (magari...), ma sbaglia chi pensa che le milanesi non possano "fare le veci" di una Vecchia Signora in crisi di identità: è la storia a parlare. L'idra del Nord è un "mostro a tre teste".
A cura di Giovanni Ibello
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