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Un pesante colpo a vuoto per il Napoli, perchè l'Inter va in fuga e la Juve si allontana, in una partita che è finita come nessuno avrebbe immaginato. Sembrava vicino il gol al Cagliari e invece ecco la beffa, il gol lo hanno segnato i sardi, sfruttando una colossale distrazione di una squadra lanciata all'attacco e alla ricerca dei tre punti. Non ne è arrivato neanche uno e l'amarezza è forte. Ma la jella non dice tutto, perchè vi sono stati anche errori e non soltanto sotto porta (due pali colpiti da Mertens): il primo tempo giocato a ritmi molto bassi, in modo completamente opposto rispetto alle partite con Liverpool e Lecce, è stato una partenza ad handicap. Ancelotti aveva fatto un'altra robusta turnazione, cambiando nuovamente otto giocatori e inserendo un bel po' di titolari. Ma questo non ha aiutato nel primo tempo il Napoli, perchè la manovra non è stata fluida anche a causa dell'atteggiamento tattico del Cagliari, che ha curato soprattutto l'aspetto difensivo e ha chiuso tutti i varchi. La coppia piccola Mertens-Lozano è stata poco incisiva, laddove Insigne si è fatto notare soltanto nel finale del tempo quando ha calciato su Olsen il pallone offerto da Dries: sotto tono il capitano. Il Napoli ha giocato soprattutto a sinistra, provando a sfruttare le progressioni di Mario Rui. Sull'altro lato pochi palloni giocabili per Callejon e Lozano, che non ha avuto un impatto brillante in questa partita e più in generale in questo avvio di stagione, escludendo l'esibizione sul campo della Juve. Con quel Cagliari così blindato (e mai pericoloso) sarebbe stata più opportuna una differente soluzione tattica, cioè l'inserimento di una torre: Llorente, autore di 3 gol in azzurro, o Milik, schierato a Lecce dopo un mese abbondante di assenza per problemi fisici. Sarebbero entrati nella ripresa. Ma soprattutto era necessario giocare in velocità. Il ritmo si è alzato ad inizio ripresa, il Napoli ha cominciato a produrre palle gol sfruttando sui calci piazzati la forza fisica di due difensori, Manolas e Koulibaly. Più vivace la manovra, con il portiere Olsen che respingeva ma non bloccava palloni. Finalmente al tiro anche Mertens: scheggiato due volte il palo da parte di Dries, che come al solito ha tentato di caricarsi sulle spalle il peso di una partita difficile da sbloccare perchè l'attacco - come nel girone di ritorno dello scorso campionato - non riusciva a concretizzare quanto produceva. Ancelotti ha dato spazio alla torre spagnola Llorente, subentrato all'evanescente Lozano. Il Napoli ci ha messo cuore e vigore (che spinta Di Lorenzo a destra) per sbloccare la partita e non perdere contatto con Inter e Juve, Ancelotti ha lanciato anche Milik. Una pressione costante sul Cagliari, con il centrale Pisacane - napoletano dei Quartieri spagnoli - che in area si faceva rispettare. Ma le storie del calcio sono davvero strane e al fortunatissimo Cagliari - proprio mentre gli azzurri attaccavano con la forza della disperazione - bastava una sola palla per vincere (1 tiro contro 8 nei 96'), quella sfruttata da Castro, lasciato libero di colpire in area e affondare Meret, che non incassava un gol da tre partite. Fuori posizione i difensori, grave l'ingenuità. Saltavano i nervi agli uomini di Ancelotti, rosso per proteste a Koulibaly e altri scatti di rabbia per una partita persa male, laddove perfino il pareggio sarebbe stato stretto al Napoli che comunque aveva cominciato ad attaccare e a giocare soltanto nel secondo tempo. L'effetto di questa sconfitta è pesante perchè la capolista Inter è a sei punti e la Juve a quattro, gli azzurri sorpassati dall'Atalanta e raggiunti dal Cagliari. Il primo momento di difficoltà arriva dopo tre vittorie consecutive e a otto giorni dal trionfo in Champions. Tocca ad Ancelotti gestirlo con saggezza, non concedendo più un tempo agli avversari, tenendo il ritmo alto dalle prime battute, a prescindere dall'uso del turnover, e facendo scelte in base alla condizione fisica dei giocatori: Lozano, ad esempio, sembra indietro rispetto ai compagni. La prima reazione, ad ascoltare le interviste post partita, è sembrata quella giusta: respinto con fermezza dal tecnico e dal capitano Insigne il fastidioso riferimento fatto nel salotto tv di Sky a un atteggiamento da partita amichevole e annunciato il riscatto tra 72 ore contro il Brescia. Il Mattino .
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