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Braida: “Napoli squadra forte ma giocare a Barcellona non è mai una passeggiata”

Ugo Panico

L'ex di Milan e Barcellona ha parlato del momento che sta vivendo il Napoli

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ariedo Braida, Direttore della Cremonese ed ex di Milan e Barcellona, il quale ha parlato del momento che sta vivendo il Napoli.

Braida tranquillizza il Napoli: "Non è più il Barcellona di Messi"

Ecco di seguito riportate le dichiarazioni:

"L'Inter è una squadra buonissima e forte, ma sicuramente manca qualcosa. Quando ti trovi colossi di un certo tipo, sono complicati da superare. I nerazzurri hanno fatto molto bene, ma a volte le prestazioni sono coronate anche da episodi che ti fanno vincere o perdere le partite. Ha tenuto testa, a volte le traverse vanno dentro e cambiano la storia e le cose. Nel calcio inglese ci sono ritmi diversi, una fisicità diversa, ma ha tenuto alla grande. Il calcio italiano è un pochino inferiore, ma non di tanto".

Sulle partite delle italiane in Europa League

"Il Napoli è una squadra molto molto forte, ha un centravanti molto bravo e che piace non solo a me. In questo ruolo riesce veramente ad esprimere quello che deve fare un attaccante. Un centravanti che deve fare gol e non solo, fa reparto da solo ed è molto importante e sicuramente farà le gioie del Napoli. Giocare a Barcellona è sempre complicato, ma non è più il Barça di Messi: è nuovo, diverso, in fase evolutiva e che ha bisogno in questi giovani molto bravi il tempo per farli crescere. Bisogna dargli tempo perché hanno bisogno di giocare, maturare, costruire quel vissuto che nel calcio è importante e indispensabile. L'Atalanta è forte, ma quando arriva il momento decisivo c'è sempre una frenata. Ormai ha assunto un ruolo importante nel calcio italiano ed anche internazionale. La Lazio è alla ricerca di una identità più precisa, quindi saranno tre partite complicate ma non impossibili per le italiane.

Sulla tendenza delle italiane nel trascurare questa competizione

"Quando uno gioca deve giocare per vincere, soprattutto a certi livelli. Non bisogna trascurare nulla, è un difetto ed una manchevolezza. I giocatori a volte dovrebbero prendersi tutte le responsabilità che gli competono, dando sul campo tutto quanto. A volte alcuni giocatori sono sopravvalutati dalla stampa e da noi e poi se ne pagano le conseguenze. Quando i commentatori e la stampa parlano di certi giocatori con qualità straordinarie ma poi hanno dei limiti, poi in campo non danno quello che si pretende".

Su chi sia meglio tra Osimhen e Vlahovic

"Piacciono entrambi, ognuno ha le sue preferenze. Ci sono giocatori che hanno delle qualità similari, uno magari ne fa di più in una stagione, l'altro in quella successiva. Chi li ha se li tenga ovviamente".

Sulla lotta Scudetto

"Prepararsi tutta la settimana per una partita sola ha un valore, giocarne due ovviamente ti porta via le energie. Il Milan è uscita dalle Coppe e può vincere lo Scudetto, le squadre sono queste e tutte lo possono vincere. Insieme ad Inter e Napoli una di queste può vincerlo. La Juventus è attardata in classifica, ma ce ne sono tre davanti e deve recuperare tutte: vedo improbabile che tutte e tre possano andare male insieme".