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Il Napoli è atteso, questa sera a partire dalle 18, dalla trasferta contro il Parma, città che ha dato i natali al tecnico dei partenopei, Carlo Ancelotti. Una trasferta non semplice nella città che gli ha permesso sia l'esordio da calciatore che quello da allenatore. L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport ha ripercorso quegli anni dell'allenatore. Dal match Parma-Triestina risolto grazie ad una sua doppietta che gli regalò l'approdo alla Roma, fino all'esordio da allenatore nel 1996-97:
"Le cose cominciarono male, sul finire del girone d’andata il Parma era in crisi e Carletto rischiava il posto.Il pubblico lo criticava perché insisteva a schierare un ragazzo appena arrivato dall’Argentina, Hernan Crespo, però lui, testardo come tutti i contadini, non si piegò e tirò dritto per la sua strada. Alla fine del campionato il Parma si piazzò secondo dietro la Juve di Lippi, ma i mugugni attorno ad Ancelotti non si placarono e per questa ragione ci rimase molto male. Nonostante il rapporto non sempre idilliaco con la sua gente, Parma restò il punto di approdo di Ancelotti. Carletto allena e gestisce le sue squadre, siano il Milan o il Chelsea, il Psg o il Real, il Bayern o adesso il Napoli, si potrebbe dire che lo fa «allaDon Camillo e Peppone»: il buonsenso al potere, l’equilibrio come valore assoluto, più carota che bastone. Ognuno è figlio della propria terra e, anche quando se ne allontana, non se ne dimentica: le radici sono le uniche cose che davvero ci appartengono".
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