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Il Napoli sfrutta le debolezze del Torino, il pressing arma vincente: l’analisi tattica

Redazione

L'analisi del nostro esperto di tattica mister Bruno Conte

Il Napoli chiude nel primo tempo la pratica Torino, fissando il punteggio sul 3 a 1 e gestendo senza particolari disordini la seconda frazione di gioco. Al ritorno dalla pausa nazionali, sia Napoli che Torino schierano la formazione tipo di questo inizio di stagione, eccetto la presenza di Osimhen per gli azzurri, proponendo comunque, come ampiamente prevedibile, due identità calcistiche diverse nella struttura e nei principi.

Napoli-Torino, l'analisi tattica del match

Una, il Napoli di Spalletti, maestra nel declinare il piano gara attraverso fasi sapienti del gioco di posizione alla ricerca fluida e costante del vantaggio “in avanti” e tra le linee; l’altra, il Torino di Juric, dal dogma dell’1 vs 1 a tutto campo e attacco delle seconde palle.

A vincere è stata una versione consapevole e completa degli azzurri, sfruttando le debolezze insite nel sistema di Juric, ovverosia la mancanza di copertura e la difficoltà nel reagire a continui interscambi e smarcamenti combinati. La solidità di pensiero della squadra di Spalletti nell’eseguire la strategia scelta è da veterani: sembra che gli 11 scesi in campo giochino insieme da anni, quando in realtà siamo solo ad ottobre e molti tra questi sono solo all’inizio del loro percorso in Serie A. Come ad esempio, utile sempre ricordarlo, gli MVP della Lega di agosto e settembre, Kvara e Kim.

Il Napoli sin dai primi minuti ha imposto un ritmo sfrontato alla partita, sorprendendo lo stesso Torino, squadra che fa dell’aggressività una delle sue caratteristiche migliori. Pressing ultra-offensivo sulla costruzione granata e grande densità sulla seconda linea con Di Lorenzo e Rui subito in avanti per scalare sui diretti avversari. Inoltre, seppur i dati del possesso palla siano equiparabili, la differenza è sempre la qualità del fraseggio col quale il Napoli provocava l’1 vs 1 del Torino, vincendo spesso i duelli, per poi capitalizzare lo spazio lasciato dal marcamento e trovare la palla nello spazio. Così nascono i gol di Anguissa e di Kvara con lunghe corse in conduzione.

Da segnalare, la brillantezza della ri-aggressione che seppur non ha inciso come creazione di azioni pericolose nell’ultimo terzo di campo, ha di certo contribuito a rallentare le esecuzioni degli attacchi a due e tre tempi del Torino sulle fasce.

La sovrapposizione interna di Rui che porta al primo gol di Anguissa è un elogio alla crescita individuale e collettiva del Napoli nel saper leggere lo spazio e i vantaggi. Costruire per attaccare pulito e frontalmente la porta avversaria. Aiuta in questi termini l’abilità di anticipazione di Lobotka, forza motrice e computeristica di questo Napoli, anello di congiunzione per tenere sempre ordinata e corta la squadra. Ancora in rialzo le quotazioni di forma di Ndombele.

Sembra che sia stata una partita di poca fatica, eppure per affrontare il Torino, e in generale le compagini di Juric, bisogna sempre competere al massimo delle proprie forze per mantenere alto il tenore fisico dell’incontro. Semplicemente, questo Napoli, che mostra ancora ampi margini di miglioramento, è una squadra in fiducia la cui grandezza sta nel rendere semplici le cose difficili.

Mr. Bruno Conte

Uefa C