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Grande successo per la mostra “AD10S… un anno dopo” al Vega Food

Grande successo per la mostra “AD10S… un anno dopo” al Vega Food - immagine 1

Diego Armando Maradona continua a vivere nel cuore dei napoletani: grande affluenza alla mostra "AD10S...un anno dopo"

Sara Ghezzi

Gli omaggi a Diego Armando Maradona non cessano in città. Tutto a Napoli parla di lui e l'emozione è tangibile sui volti mascherati dei tifosi azzurri. In questi giorni in cui si ricorda il mito di Diego sono numerose le iniziative nate in suo onore. Tra queste la mostra "A10s...un anno dopo" al Vega Food che sta riscuotendo grande successo.

Continua il successo della mostra "AD10S...un anno dopo " al Vega Food

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VEGA FOOD, GRANDE SUCCESSO NEL SECONDO GIORNO DELLA MOSTRA “AD10S… UN ANNO DOPO” CON BRUSCOLOTTI, MALFITANO, MAROLDA, ALTAMURA E ROSS

Grande affluenza nel secondo giorno della mostra celebrativa «A D10S … un anno dopo», organizzata dal Gruppo Marican in occasione della ricorrenza del primo anniversario della scomparsa di Diego Armando Maradona, in corso – con ingresso gratuito - a Carinaro (Ce), presso Vega Food (sino a stasera).

Ieri (25 novembre, il giorno del triste anniversario della scomparsa del “Diez”) e oggi, 26 novembre, gli ultimi due giorni della mostra. Composta da cimeli unici ed emozionanti del “Cammarota Antonio Museum” che ha allestito un vero e proprio percorso storico, ripercorrendo un quarto di secolo di storia del calcio, scandendo le tappe più importanti della carriera di Diego Armando Maradona con l’esposizione di maglie indossate una sola volta dal campione argentino.

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Partendo, appunto dal 1973, con la prima “camiseta” appartenuta a Diego quando muoveva i primi passi nelle Cebollitas, si arriverà all’ultima maglia indossata con il Boca Junior nel 1997, passando per le maglie dell’Argentinos Juniors (1977), della Nazionale Argentina (Mondiale U20 del 1979, Mondiale Mexico ’86 quello del “Gol del Secolo” e Italia ’90), Boca Junior (1981), Barcellona (1982 – 1984) . E tante maglie indossate dal “Diez” nel corso di importanti partite giocate con la maglia del Napoli.

Ieri erano presenti altri importanti testimonial: su tutti lo storico capitano e la bandiera del Napoli Giuseppe Bruscolotti.

«Sono felice di essere qui - ha detto – per questo ricordo di Diego, sono lieto di dare una testimonianza di quello che ha fatto Maradona per questa città. La mia amicizia con lui è risaputa e per questo oggi per me è una giornata particolare, triste e commovente al tempo stesso. Da un lato sono contento di vedere tanta gente impegnarsi in manifestazioni in suo ricordo, dall’altro mi assale la tristezza per la sua scomparsa. Ha avuto una vita difficile, speravo di potermelo godere un po’ di più».

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Bruscolotti ha ricordato Maradona non solo come calciatore anche nel corso della presentazione del libro “L’idolo infranto. Chi ha incastrato Maradona?”, il volume inchiesta, scritto dal giornalista Marcello Altamura, presentato ieri al “Vega Food” nell’ambito della tre giorni della mostra.

«A parte la vittorie e le gioie calcistiche – ha riferito Bruscolotti- con tutti noi compagni è stato a dir poco eccezionale per il suo modo di essere. Era di animo buono e generoso, non ci ha mai fatto pesare la sua grandezza. Mai un rimprovero, anzi ci rincuorava e ci spronava sempre. Ha sempre difeso Napoli e i napoletani, facendosi sempre carico di ogni cosa».

Nel corso della presentazione del libro sono intervenute anche le firme storiche del giornalismo, testimoni diretti dell’epopea maradoniana a Napoli, Francesco Marolda e Mimmo Malfitano.

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«Vedere queste maglie è stato un tuffo nel passato - ha detto Marolda –, e devo dire che questa mostra è un modo affettuoso ed educato di ricordare Diego. Non tutte le espressioni di ricordo di questi giorni sono così positive e composte. Ci sarebbero tante cose da dire su come è finito Maradona, l’aspetto più triste e inaccettabile è stata la sua solitudine. In un forte contrasto quando era calciatore era attorniato da migliaia di persone, quando è morto non c’era nessuno con lui…».

Mimmo Malfitano è intervenuto nel corso della presentazione del libro.

«Questa mostra commemora nel modo giusto Diego, lasciato solo quando è scomparso e incastrato e tradito da molti negli ultimi anni di Napoli. Senza peli sulla lingua posso affermare che la questione doping del 1991 che sancì il suo divorzio dal Napoli, è stata gestita molto male dall’allora club azzurro. C’erano stati segnali dell’impossibilità per Diego di restare in questa città, anche per motivi di salute. Non lasciarlo andare in modo degno ma metterlo in condizione di fuggire è stato inaccettabile. Le istituzioni internazionali del calcio avevano deciso di metterlo da parte, salvo poi ripescarlo e trattarlo in quel modo riprovevole per il Mondiali negli Stati Uniti nel 1994».

Infine Marcello Altamura.

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«Più persone hanno incastrato el Diez, su tutte il sistema calcio che aveva deciso di farlo fuori. In questo libro cerco di spiegare e di ricostruire le tante ombre che si sono celate dietro all’esame antidoping e alle controanalisi del 1991. Questa mostra è molto bella e mi sono venuti i brividi a vedere da vicino la maglia delle “Cebollitas”, il primo club di Diego, del 1973, quando aveva appena 13 anni. Una chicca da vedere…».

Oggi, nella mostra in corso al “Vega Food” a Carinaro, sono attesi tifosi speciali come il senatore Sandro Ruotolo e l’attore Alessandro Bolide, ed ex azzurri quali Giuseppe Volpecina, Raffaele Di Fusco e Gigi Pavarese.

L’ingresso è gratuito, chiuderà alle ore 22:00 e si svolgerà nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19.

Inoltre, Vega Food ristorante, cafè e bistrot caratterizzato da un design accogliente e raffinato, nonché da un’offerta enogastronomica di qualità, mette a disposizione dei visitatori della mostra un menù fisso composto dai piatti della tradizione partenopea che l’indimenticabile fuoriclasse adorava, oltre che da prodotti e vini della tradizione argentina.

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