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L'azzurro Arek Milik dal ritiro della Nazionale polacca ha parlato a cuore aperto del momento non felice che vive a Napoli, dove fatica a sentire la fiducia e a rendersi efficace sotto porta.
Ai microfoni di Przeglad Sportowy ha raccontato: "Quando ci sono le critiche, devi separare i due mondi: mondo Instagram, Twitter o siti Web dalla vita normale. Metto giù il telefono e in un secondo questa dimensione scompare completamente dal mio spazio. Questo è l'unico modo per non impazzire, avvelenare i tuoi pensieri e l'ambiente circostante. Prima di tutto, guardo la fonte della critica. Mi interessa l'opinione dei miei cari. Mi interessa il parere della mia famiglia, allenatore o tifosi incontrati per strada. Sicuramente non prenderò mai in considerazione anonime da internet. E' una cosa che ho maturato nel tempo".
COMPETIZIONE CON LLORENTE - "Sono molto contento che qualcuno del genere sia arrivato in squadra. È un giocatore di molto esperto da cui posso imparare molto. Gioca bene con la testa, duella con i difensori. La concorrenza non ha mai fatto male a nessuno e da questi due aspetti posso imparare".
INFORTUNIO - "Ti chiedi sempre "Di nuovo? Perché io? Puoi rimuginare dentro di te ogni giorno, ma ogni volta giungi alla conclusione che un tale tormento non ha senso. Devi prenderti solo cura del corpo, lavorare sugli elementi più piccoli che possono essere migliorati. Con il cuore in mano, posso dire che ero e sono un professionista di alto livello, ma questo non mi ha evitato grandi ferite. Peggio ancora, quando l'infortunio arriva improvvisamente, quando ti senti bene, fa male due volte, ma allo stesso tempo devi accettare la realtà, mettere un po' da parte il calcio e lavorare sulla ripresa".
GOL MANCATI - "Mi rammarico ma mi si sentivo bene fisicamente anche contro il Genk, ero attivo, quindi questi sono segnali positivi. Non gioco da un mese, mi manca l'automatismo e la fiducia in me stesso, il che si traduce in efficacia. La forma arriverà col tempo. L'efficacia di un attaccante è influenzata da molti fattori: quanto spesso giochi, come cambia la situazione della tua squadra. Si tratta di sentire la palla, capirsi con i compagni, come muoversi in campo. A Napoli c'è molta rotazione, è difficile indovinare la tua posizione attuale, il che ti manda in qualche modo in confusione. Ma non ha senso cercare scuse. Devo combattere".
UMORE - "Non è facile, ma devo essere costante in quello che faccio e i frutti del lavoro arriveranno sicuramente. Prima del campionato ho giocato, ma sono comparsi di nuovo problemi di salute e ho perso il mio posto in squadra. Credo che sia una questione di tempo. Lavoro, coerenza, pazienza e pace mi porteranno al mio obiettivo. Durante gli allenamenti faccio del mio meglio per convincere l'allenatore, ma alla fine sceglie lui la formazione. Mi sento molto bene fisicamente. Voglio giocare non ogni una o due settimane, ma di più, magari a ogni partita. Attendo con ansia le mie possibilità, lavoro per essere scelto da titolare".
NAPOLI - "Di recente ho cambiato casa in un appartamento, un posto ancora più tranquillo. Un clima così caldo a Napoli è la vita di tutti i giorni. La gente vive qui il calcio. Commentano ogni partita, conoscono ogni giocata. Possono criticare, ma di solito sono incontri calorosi, incoraggianti. Ho sentito molte volte, anche durante la riabilitazione, che aspettano il mio ritorno. Mi augurano il meglio."
Redazione
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