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Il numero “9” del Napoli non è uruguaiano e non si chiama Edi. È polacco, si chiama Arkadiusz e vale doppio. Perché dietro la sua maglia di “9” ce ne sono due. 99 è il numero di maglia di Milik, e Milik è l’attaccante che serviva al Napoli. Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti lo hanno detto, ridetto e stradetto. Mentre una gran parte della tifoseria, seppur sognando e in buona fede, correva dietro le fake news sull’arrivo dato per certo di Cavani, l’allenatore azzurro stava lavorando con dovizia di particolari per cucire addosso alla punta il nuovo attacco del Napoli. Un attacco che si ripete nella formula, quel 4-3-3 di stampo sarriano che sembra inossidabile, ma che ha cambiato essenza. Ora c’è Milik al centro, con Callejon e Insigne favoritissimi nel ruolo di “ali” e Mertens che è finito un po’ fuori dal giro, e che oscillerà tra il ruolo di prima punta e quello di attaccante esterno sinistro. Ma sempre come alternativa, almeno al momento. Di certo è difficile rinunciare al Milik visto nella partita contro la Lazio, ma anche in quello che i tifosi hanno assaggiato nelle amichevoli estive. Segna in ogni modo, e segna sempre bei gol. Con classe, tempismo, e un gran movimento di cui beneficia tutta la squadra. Con la rete che ha aperto la sfida contro la Lazio nella prima giornata di Serie A, sono quattro i gol consecutivi di Milik nelle ultime 4 partite in cui ha giocato titolare in campionato. In precedenza Arek aveva segnato in Napoli-Udinese 4-2 (18 aprile 2018), Sampdoria-Napoli 0-2 (13 maggio 2018), Napoli-Crotone 2- 1 (20 maggio 2018).
IL PESO DELL’ATTACCO
L’eredità di Milik è quella di Gonzalo Higuaìn. Sì, ancora lui. Che andò via nel 2015, ma la cui eredità si è fatta attendere a causa dei maledetti infortuni che hanno afflitto il polacco. Un peso che era tutto sulle spalle di Arek Milik, che quando è guarito per due volte consecutive (praticamente due stagioni, o quasi, senza giocare) ha dimostrato di saperlo affrontare senza paure: l’attaccante polacco non giocava 90’ con il Napoli addirittura dal 13 settembre del 2017, nella prima giornata di Champions League contro lo Shakhtar, quando segnò il gol che non evitò il ko per 2-1. Dopo il calvario della seconda rottura del legamento crociato, Milik ha dimostrato di reggere alla perfezione l'intera partita e che il feeling con il gol non è stato mai perso. Sabato sera all’Olimpico Milik ha giocato la sua 41esima gara in azzurro all'alba del suo terzo anno, ma ha dimostrato di aver mandato a memoria i movimenti dei compagni, facendosi trovare puntuale all'appuntamento con il cambio di gioco Insigne-Callejon, un classico del calcio di Sarri, mantenuto da Ancelotti.
Foto SSCN
Fonte: Giovanni Scotto per Il Roma
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