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Cari lettori di CalcioNapoli1926.it benvenuti nuovamente nella rubrica “THE WINNER IS”, quella che ha la scopo di decretare il “vincitore” della partita in base ad una serie di parametri molto variegati: quali l’intelligenza, la bravura, il carattere, la tecnica, l’etica ma ci sarà anche spazio, lì quando ci sarà poco da gioire, alla satira e all’ironia.
Il match contro il Milan ha offerto davvero pochi spunti, pochi guizzi. Il Napoli è apparso come una fotografia sfocata. Gli uomini di Ancelotti non hanno dato affatto il massimo, sono sembrati scarichi, spenti a tratti rassegnati: come se il risultato fosse già stato decretato. C'è sicuramente da dare il merito a Gennaro Gattuso che ha preparato la partita in modo eccellente annulla completamente gli azzurri. Ancelotti era partito con una squadra molto offensiva con a centrocampo Fabian Ruiz, Zielinski e più avanzati Callejon e Insigne che però all'occorrenza salgono e spingono in quanto veri e propri attaccanti. Anche in difesa ha optato per entrambi terzini di spinta. Sulla carta doveva essere una partita simile ad una gara di ping-pong ma la staticità ha preso il sopravvento.
Ma uno su tutti si è erto e si è messo in evidenza: è KEVIN MALCUIT.
Il francese, così come ha ripetuto più volte il suo agente Bruno Satin, è un terzino principalmente di spinta. Al Lille, sua ex squadra, era questo il suo compito: spingere a più non posso, andare in attacco. E in effetti la platea napoletana si è subito resa conto di questa qualità del numero 2. Spesso però il tecnico ha specificato, così come il procuratore, che dovesse migliorare nella fase difensiva perché lì c'erano ancora delle pecche: non era pronto. Così l'allenatore l'ha fatto attendere sulla panchina prima di inserirlo a pieno ritmo nei giochi del Napoli. Con pazienza l'azzurro ha lavorato cercando di mettere in pratica i consigli e le lezioni impartitegli.
Così Kevin quando è sceso a San Siro non si aspettava di dover compiere una partita così difensiva. Ma tutto sommato non si giocava con l'ultima in classifica per cui bisognava spesso e volentieri doversi rintanare e fare la differenza in difesa. Il francese è stato perfetto, pochissime la sbavature, ma ha salvato il Napoli in tantissime occasioni.
Malcuit ha chiuso, con pulizia o in extremis, tantissime diagonali. Spesso ha salvato la porta di David Ospina (che si è fatto trovare sempre preparato) con una spizzata di testa finale. Miracolo è l'intervento su Kessie al minuto '47, l'ivoriano ha calciato a botta sicura avendo la porta enorme di 7 metri di fronte ma Kevin ci mette la zampata su quel pallone già in rete e compie il prodigio: la sfera finisce in angolo, il risultato è salvo.
Altro portentoso intervento è su Paquetà all'8 in area di rigore, il brasiliano calcia a 5 metri dalla porta è ancora Malcuit a negargli l'esultanza per la prima volta di fronte ai propri tifosi: Kevin non ci sta e dice di no!
Inoltre per tutta la partita impedisce a Calhanoglu di respirare, il francese non gli dà alcuno spazio. A tal proposito il rossonero spesso è stato fischiato o si sono sollevati rumoreggiamento ma il gran merito va proprio all'azzurro: non gli ha mai permesso di andar via. Malcuit l'ha sempre bloccato, preso in tempo e nemmeno in corsa l'esterno del Milan è sgusciato via.
Dunque se ci fossero stati dubbi sulle sue potenzialità a livello difensivo, Kevin Malcuit risponde così: facendo, per una sera, il Koulibaly.
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