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di Mattia Sozio Caro Napoli del 10 maggio 1987, Caro Diego, Care C

Redazione

di Mattia Sozio Caro Napoli del 10 maggio 1987, Caro Diego, Care Curva B e Curva A, Oggi si festeggiano i tuoi 30 anni da quel successo storico ma un nodo in gola ed un bruciore allo stomaco riempiono questa giornata dei ricordi. Quante volte ho...

di Mattia Sozio

Caro Napoli del 10 maggio 1987,

Caro Diego,

Care Curva B e Curva A,

Oggi si festeggiano i tuoi 30 anni da quel successo storico ma un nodo in gola ed un bruciore allo stomaco riempiono questa giornata dei ricordi.

Quante volte ho guardato quelle immagini di un Calcio romantico fatto di domenica alle 3, di colori vivi, di stadi pieni e radio accese.

Quante volte ho immaginato di essere lì, in vetta al campionato, con in campo il calciatore piu' forte di tutti i tempi e di ammirarne i colpi ed il talento inarrivabili dalla Curva.

Quante volte mi sono incantato a vedere quella folla aspettare l'ultimo triplice fischio a sancire la Vittoria attesa da quasi un secolo.

Solo tu, Caro Calcio Napoli, puoi sapere quante volte ero lì, con lo sguardo perso nel vuoto, per poi risvegliarmi nell'incubo del fallimento, del rischio Gaucci, dell'umiliazione della serie C per due anni, degli sputi in quei campetti e della disperata ricerca di un prestigio perduto. Ma non l'identità, Caro Mio Napoli...l'identità ed il cuore non li ho mai persi per te. Ho pianto per quel maledetto play off perso con l'Avellino ma il mio cuore non poteva che essere al tuo fianco, nella cattiva e nella buona sorte. Dicevo a me stesso: "un giorno anche io potrò, come mio padre, vedere il Napoli lottare per vincere di nuovo il campionato e misurarsi con le squadre più forti di Europa.”

Oggi sento quel nodo in gola e quel bruciore allo stomaco per te, perché sono lontano migliaia di chilometri da te per lavoro e non posso starti accanto come vorrei. Nel freddo di Bruxelles, nonostante sia il 10 maggio, ho il calore e la speranza dentro di me che vivrò un giorno quel momento. Sarò dove sono sempre stato: in Curva, anello alto, a cantare nell'amore degli amici di sempre e nel sudore di chi ha sopportato anni di dolori e sconfitte per quell'attimo di gioia.

Caro Calcio Napoli, chiudo gli occhi e sono lì, pronto ad invadere il campo, a correre ed esplodere la felicità per la vittoria e festeggiare un nuovo 10 maggio con te.

Questa volta, ad occhi aperti...

Per sempre tuo,

Mattia da Bruxelles

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