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L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport parla ancora delle scelte o non scelte delle autorità presenti a San Siro nel non sospendere la partita dopo i ripetuti cori razzisti e discriminatori nei confronti di Koulibaly, di Napoli e dei napoletani:
"All’art. 62 delle Noif (Norme Organizzative Figc), il comma 3 prevede i diversi impegni della società per evitare che «durante la gara si verifichino cori, grida ed ogni altra manifestazione espressiva di discriminazione per motivi dirazza, di colore, di religione, di lingua, di sesso, di nazionalità, di origine territoriale o etnica». Al comma 6 si stabilisce che «il responsabile dell’ordine pubblico dello stadio, designato dal ministero dell’Interno, il quale rileva uno o più striscioni esposti dai tifosi, cori, grida e ogni altra manifestazione discriminatoria di cui al comma 3, ordina all’arbitro, anche tramite il quarto ufficiale di gara o l’assistente, di non iniziare o sospendere la gara»".
Rizzoli, il designatore arbitrale della Serie A, aveva dichiarato tempo fa: "Quando ci sono cori razzisti o discriminatori a livello territoriale bisogna fare prima un annuncio pubblico, se
continuano si ferma la gara e si rifà l’appello, se continuano si sospende e si rifà un altro annuncio, se si continua si va negli spogliatoi e la palla tocca all’ordine pubblico che può decidere la definitiva sospensione perché diventa un problema di ordine pubblico». Insomma, è il responsabile della sicurezza che deve prendere l’iniziativa".
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