"A solo centoventi secondi dalla storia. Percorso emozionante, un collettivo fatto di uomini veri... ma non è finita qui", ha detto il presidente dei pugliesi
Il Cagliari di Pavoletti trova la zampata allo scadere valida per la promozione in Serie A a discapito del Bari targato De Laurentiis. Motivo per il quale il figlio del patron azzurro Luigi resterà a comando della squadra pugliese. Lo stesso ha esposto sul proprio profilo Instagram la verità sul futuro.
Le parole di Luigi De Laurentiis sul Bari
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Di seguito le dichiarazioni presenti all'interno del post: "Cari tifosi, posso solo immaginarle le ultime 72 ore di ognuno di voi. In parte, probabilmente, le abbiamo passate nello stesso, identico modo: intontiti, increduli, tristi, sopraffatti, un po’ arrabbiati. La botta è ancora forte, inutile negarlo. Eravamo a centoventi secondi dalla storia. Solo centoventi secondi. A dirlo quasi non ci si crede. Eppure, nonostante il suo epilogo doloroso, questa stagione è stata speciale - forse oltre ogni aspettativa - per la forza con cui squadra, città e tifosi si sono uniti per raggiungere il paradiso. La consapevolezza che questa alchimia vada preservata è e sarà il motore propulsore per programmare il futuro con voglia e grandi ambizioni. Anche questo ci siamo ripetuti nella pancia del San Nicola lunedì pomeriggio, prima del rompete le righe, quando ci siamo incontrati nel luogo forse non più accogliente della nostra casa ma incredibilmente significativo: la palestra.
Sul percorso
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Il luogo che in questi mesi ha accolto i sogni e le speranze di questo gruppo fantastico; ha visto sudore, grinta, rabbia e voglia di farcela, e in cui gli infortunati si sono spinti oltre i loro limiti per tornare il più presto possibile a disposizione della squadra e, se possibile, più forti. In quella palestra, per la prima volta in questo anno, abbiamo tutti buttato giù la corazza: ci siamo commossi, abbracciati, siamo stati in silenzio e ci siamo parlati. È stato emozionante, potente, vero. Io ho guardato questo gruppo che ho visto crescere giorno dopo giorno e partita dopo partita, fino a diventare un unico grande cuore che si è unito sotto i nostri colori. Ho guardato il mister, il direttore, capitan Di Cesare, la squadra e tutti quelli che lavorano per questa società dietro le quinte con costanza e passione. Ho guardato ognuno di loro negli occhi, nessuno di noi riusciva a trattenere le lacrime. Nessuno.
«Sono orgoglioso di voi, di ciò che avete fatto e di come lo avete fatto!» è stata la prima cosa che sono riuscito a dire dopo un lunghissimo silenzio collettivo. Perché a questo gruppo - solido, autentico, fatto di uomini veri - sento di non poter rimproverare nulla. Perché so che hanno condiviso da subito un obiettivo senza mai titubare: fare il massimo per la città, i tifosi e il club.