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A Radio Sportiva è intervenuto l'ex calciatore ed attuale allenatore del Livorno, Cristiano Lucarelli. Questa l'intervista integrale riportata da Tuttosport e riproposta da CalcioNapoli1926.it:
"Caos Serie B? Non è un tema facile da spiegare. Capire tutto fino in fondo è complicato, neppure per tutti i legali coinvolti in questa vicenda, figuriamoci per noi comuni mortali. Tutto quello che sta succedendo, al di là di chi abbia ragione o torto, non fa bene all'immagine del nostro calcio a livello europeo e mondiale. Può succedere di tutto: passare da 19 a 22 squadre, oppure andare a 20, 24 e c'è anche chi dice a 25 squadre. C'è anche chi parla della possibilità di un ricorso dell'Avellino che potrebbe essere accolto. Non mi avventuro in previsioni".
Sul campionato del suo Livorno: "Il verdetto di Pescara è stato diverso rispetto a quello che si è visto in campo. Il campionato di B è molto equilibrato: con la stessa identica prestazione, nessuno avrebbe detto nulla se fossimo riusciti a vincere. Ma questa è la B, con 19 squadre il campionato è ancora più equilibrato".
SULLA POLEMICA DELLA FASCIA DA CAPITANO: "Ormai tutto ha un'immagine, un valore commerciale. Le nostre squadre purtroppo o per fortuna si finanziano con iniziative di questo tipo - prosegue Lucarelli - Chiaro che per la questione Astori in via del tutto eccezionale si potrebbe concedere una deroga per questa stagione, il campionato successivo alla morte di Davide, il ricordo è troppo recente affinché l'aspetto commerciale abbia il sopravvento sull'aspetto emotivo. La situazione va affrontata con buon senso, si può trovare una soluzione".
SUL TEMA ITALIANI IN CAMPO: "Balotelli, Immobile o Belotti nell'attacco azzurro? Tutti e tre hanno la possibilità di essere scelti di volta in volta. Io credo che Mancini abbia già fatto capire a grandi linee il suo orientamento. Anche aver fatto giocare Balotelli nonostante non stesse benissimo, già può essere un'investitura ufficiale. Vent'anni o trent'anni fa dubbi sul centravanti della nazionale non ce n'erano, ora però mancano certezze, il livello del nostro campionato non è più quello di un tempo. Oggi in Italia arrivano le terze o quarte scelte. Non ci sono norme che garantiscano gli italiani. Io ho giocato in Ucraina, dove c'era l'obbligo di far giocare cinque giocatori ucraini in ogni squadra. Non si possono chiudere le frontiere, certo. Il presupposto dovrebbe essere di quello di poter tesserare liberamente gli stranieri ma con una presenza italiana per ogni squadra dal primo minuto. Una piccola idea per dare una mano al nostro calcio, per farlo tornare tra i primi tre campionati al mondo”.
Attualmente conta anche l'aspetto social dei calciatori: “Oggi è molto più facile arrivare in Nazionale. Servono meno partite, meno gol. Basta qualche post su Facebook in più e si riesce a far parlare di sé. Una volta bisognava fare 20 gol all'anno per essere presi in considerazione per la nazionale"
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