Sugli episodi che hanno scaturito il malcontento: Due situazioni dopo hanno fatto precipitare il tutto, Fiorentina-Napoli, Giovanni è in trasferta con la squadra ma resta in camera perché non stava benissimo. Il pullman torna a prenderlo ma il ragazzo non risponde al telefono, i medici corrono in stanza e trovano il ragazzo collassato. Il giorno dopo i giornali hanno parlato di un accordo con la Juve e la società non lo ha tutelato. L'altro episodio è Napoli-Lecce all'ultima giornata. Non ricordo un capitano sostituito a tre minuti dalla fine del campionato prendendosi da solo i fischi di 50mila persone. Una cosa è essere fischiati tutti insieme ed una cosa è subirli tutti da solo. L'episodio è stato angosciante per il ragazzo. Sono convinto che non sia colpa del Presidente ma di una scelta sciagurata dell'allenatore. All'epoca dei fatti, nessuno sapeva con certezza che sarebbe arrivato Antonio Conte, per questo c'era malcontento. La goccia che ha fatto traboccare il vaso fu quando Manna fece i colloqui personali con i calciatori e avvisa Di Lorenzo che in caso di offerta il Napoli avrebbe preso in considerazione la cessione. La decisione fu del Presidente che già avvisò che tutta la rosa fosse sul mercato. Io e Giovanni non prestammo tanta attenzione al pensiero perché le ritenevamo dichiarazioni di circostanza. Manna è sempre stato un direttore che sin dal primo giorno di Napoli mi ha detto che Di Lorenzo è sempre stato un punto fermo. In quel caso il giocatore ha iniziato in modo definitivo a pensare che doveva andare via. La sera stessa mi chiamò chiedendomi di cambiare aria, moralmente e umanamente era distrutto. Giovanni si è sentito abbandonato a sé stesso. Dopo avermi comunicato la volontà di andare via, esce di scena lui ed entro io facendo il mio lavoro. Non devo piacere a tifosi e giornalisti, ma devo fare il mio lavoro.
Sul rapporto con gli assistiti: Ho la fortuna di avere la fiducia dei miei assistiti. Farò sempre i loro interessi. Tratto i miei giocatori come fratelli minori cercando di fare da parafulmine sempre senza nessun problema. Faccio una prima intervista dove dico che il ciclo di Giovanni a Napoli è finito, il senso era che si dovesse andare via. Tre giorni dopo ne faccio un'altra ancora più dura con l'obiettivo di avere un dietrofront dal club oppure un 'basta, devi andare via'. Tenerlo però significa convincermi realmente che ci fosse interesse a proseguire il matrimonio. Da quel momento ho parlato solo con Giovanni Manna ribadendogli che volessimo soltanto andare via.
Su Conte: Appena arriva Conte, non decidemmo immediatamente di restare a Napoli. Ho continuato ad essere pesante per chiarire la situazione. A quel punto entra in scena il mister, col quale ho avuto un appuntamento. Ho trovato una persona decisa. Anche a lui ho elencato tutte le motivazioni suddette. Il mister mi ha ascoltato per un'ora. Conte non si è mai posto imponendosi duramente, si è posto da campione ascoltando e capendo tutti i nostri pensieri. Ci ha dato ragione su determinati aspetti affiancandosi a me e al ragazzo facendo di tutto per mettere le cose a posto. Si è messo nei nostri panni dimostrando coi fatti di voler tenere realmente Di Lorenzo. Ho tirato un pò la corda anche con il mister per avere la certezza che volesse Giovanni con sé. Una volta certificata la volontà del mister, ho avvisato Di Lorenzo. Su Manna non ho mai avuto dubbi, ha sempre avuto stima per Giovanni, mi chiamava quando era alla Juve per chiedermi di portarlo lì.
Sull'incontro con ADL: L'ultima tappa era capire se ADL volesse realmente tenere Giovanni o si sentisse forzato dal mister e dal DS. Ci incontrammo alla Filmauro. Sono stato con lui 4 o 5 ore, il Presidente fu molto cordiale ammettendo alcune mancanze che il club aveva avuto nei confronti di Giovanni. Anche il Presidente ha avuto delle mancanze prendendo in mano la situazione. Il primo ad essere deluso e incazzato, pur sapendo di avere delle colpe, era lui. L'incontro con ADL era l'ultimo gradino per capire definitivamente se restare. Gli unici dubbi li ho avuti su di lui. Dopo l'incontro il Presidente mi richiama chiedendomi di rivederci l'indomani a Napoli. Il momento è stato duro, lui nel frattempo era agli Europei e non volevo caricarlo troppo. Ho chiamato Giovanni spiegandogli di tutti gli incontri avuti. Alla fine ho detto al ragazzo che poteva tranquillamente restare a Napoli perché sarebbe stato ben voluto da tutti. Ovviamente l'ultima parola spetta sempre e soltanto a lui. Ho detto 'Giovanni, finisci gli Europei e poi decidiamo'. Al termine dell'Europeo l'ho chiamato chiedendogli cosa avesse deciso. Mi rispose 'guarda, ho deciso di restare perché non posso andarmene lasciando un ricordo così brutto, voglio continuare il mio percorso qui'. Anche con lui ho fatto il percorso contrario dicendogli che doveva andare via da Napoli, lui invece mi ha sempre risposto 'Mario, rimango a Napoli, punto e basta'. A quel punto ho comunicato al club la voglia di rimanere. Il ragazzo ha avuto colloqui con tutti, DS, mister e presidente. Voglio chiarire una cosa sulla Juve: ne ho sentite di cotte e di crude. Io non chiamo un club proponendogli i miei calciatori, ho fatto delle dichiarazioni solo facendo capire che fosse sul mercato. Non mi sono mai seduto con Juventus, Roma, Inter e Atletico Madrid. Sono loro che hanno chiamato me facendomi capire che in caso di addio sarebbero state interessate. Giuntoli è stato correttissimo, per quanto sia furbo e scaltro. Non è andato mai oltre 'se lascia Napoli noi ci siamo'. Mi dispiace che si sia alzato un polverone sulla Juve. Manna quando chiamò Di Lorenzo si scusò anche per avergli detto di averlo messo sul mercato. Si sono sentiti diverse volte.
Se ho posto condizioni? Le uniche condizioni che abbiamo posto sono quelle di non rivivere più le situazioni dello scorso anno. Con i compagni c'è sempre stato un grandissimo rapporto. Giovanni è voluto bene anche dalle pietre.
Problema economico? Il problema di Giovanni non è mai stato economico, il presidente gli ha sempre mostrato rispetto in base al valore mostrato in campo.
Come ricostruire il rapporto con la piazza? Mi auguro innanzitutto che questo incontro di oggi arrivi anche alla tifoseria. Fino ad oggi Di Lorenzo non poteva parlare. Per parlare devi essere sempre autorizzato dal club. A Castel di Sangro Giovanni farà una conferenza stampa ed i tifosi capiranno. Con le grandi prestazioni si risolvono i problemi coi tifosi.
Quando dissi che lasciare Napoli era da vigliacchi? Lo feci perché lo sentivo. Chi andrà via come può essere Mario Rui è solo perché sente la necessità di avvicinarsi con la famiglia al Portogallo dopo 7 anni. Politano e Folorunsho resteranno a Napoli. Gaetano? Sarà una scelta del tecnico, se non lo reputerà adatto andremo via.
Aumento a Di Lorenzo? Non posso rispondere di ciò che disse Criscitiello. Posso dirvi che assolutamente non è vero che Giovanni ha avuto un aumento. Il presidente ha sempre rispettato Di Lorenzo per il suo valore. Se volete, chiedete conferma ad Aurelio De Laurentiis. Non abbiamo mai fatto nessuna richiesta economica alla società.
Rapporto coi compagni? La prima squadra a chiamarmi fu l'Inter, poi ovviamente però dovevamo prima capire col Napoli. Giovanni non si è mai sentito abbandonato dai compagni perché hanno vissuto insieme questa stagione disastrosa. In tutti gli spogliatoi c'è sempre qualche discussione che però si risolvono tra di loro.
Come sono ora i rapporti con ADL e Manna? A Manna voglio un gran bene e devo chiedergli scusa. Il presidente mi ha sempre reputato uno di famiglia, dandomi i meriti del mio lavoro. Ci siamo sentiti anche stamattina, i rapporti sono ottimi. Lo certifica il fatto che un altro presidente per come mi sono comportato in maniera esasperante, mi avrebbe potuto attaccare frontalmente senza mai dire una parola fuori posto. Non dimenticheremo mai tutto ciò che il presidente ha fatto per noi.
Cosa rispondo ai tifosi arrabbiati? Sono contento che siano arrabbiati con me, mi dispiacerebbe se lo fossero con Giovanni. I tifosi hanno sempre ragione ma devono comprendere che io devo fare il mio lavoro.
Folorunsho? Abbiamo trovato tutti gli accordi, il Napoli a breve appena arriverà a Castel di Sangro annuncerà il rinnovo ufficialmente.
Se siamo felici? Ad oggi siamo convinti di aver fatto la scelta giusta, e se fai la scelta giusta sei una persona felice.
Lo striscione a Ponticelli ha fatto male perché i tifosi non sapevano ed io non potevo rispondere. L'ho visto però bene perché sono stato visto io come il cattivo che vuole portare via Giovanni. Due giorni dopo mi sono visto con la Curva A e ho spiegato loro tutto. è stato un atto d'amore nei confronti di Giovanni.
Sensazioni sulla stagione? Sono positive, la società è molto presente. Si sta curando ogni particolare. Quando lavori così puoi aspettarti solo una grande annata. Non mi aspetto lo scudetto, ma dove si arriva tra le prime quattro e poi l'appetito vien mangiando. La squadra è ancora un cantiere aperto ma sono molto ottimista.
Il procuratore risponde alla nostra domanda: Non credo che le mie parole abbiano influito sia sulle prestazioni di Giovanni, sia sul parere dei tifosi sul calciatore. Non credo che i tifosi abbiano avuto un determinato approccio su di lui per colpa mia. Non va dimenticato però che tutta la squadra non ha fatto un buon campionato. Anche in Nazionale non mi sembra ci siano stati tanti calciatori ad aver fatto bene. Giovanni ha fatto parte di due squadre che hanno espresso potenziale al di sotto del proprio livello. Va ricordato che i pensieri dei tifosi dipendono solo dalle prestazioni.
Oggi, vuoi o non vuoi, per fare il procuratore la comunicazione è fondamentale. Il mio modo di comunicare, spesso troppo forte, fa tanto dell'evoluzione della figura dell'agente. Oggi la comunicazione è fondamentale, alla pari di tanti altri aspetti. I miei giocatori sanno che farò sempre loro da parafulmine per dare loro tranquillità. Un procuratore deve lavorare trasferendo certezze, non c'è spazio per le insicurezze.
Se ci siamo infastiditi con le fake news sulla vita privata? Non voglio neanche rispondere perché non ne vale manco la pena rispondere. Passiamo avanti, è stata smentita dai fatti. Nella vita contano solo i fatti.
Da 1 a 10 Di Lorenzo quanto può incidere sulla prossima stagione?Undici. Giovanni sa quanto sia stata difficile la scorsa stagione e ha il dente avvelenato. Farà il campionato più bello della sua carriera".
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