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De Laurentiis: “L’economia del calcio è malata. Osimhen via? Ha una clausola molto alta “

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 
Il patron azzurro ha parlato al Financial Times, mettendo in dubbio la sostenibilità finanziaria dello sport

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni al Business of Football Summit, evento promosso dal Financial Times, a Londra. Il patron azzurro è stato intervistato dal giornalista James Fontanella - Khan, mettendo in dubbio la sostenibilità finanziaria dello sport.

De Laurentiis sull'economia del calcio

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"Il calcio è malato perché l’economia del calcio è malata. I campionati non sono produttive. In tal senso, la UEFA ha messo a disposizione dei soldi e dei premi: in Champions League 2,4 miliardi di euro, in Europa League più di 500 milioni e nella Conference League più di 238 milioni. Lo capisco, ma se tutte le squadre sono indebitate ciò vuol dire che questa somma di denaro non è sufficiente. Il calcio non è più sostenibile, si gioca troppo e questo non attira i tifosi".

Il calcio deve essere gratis per tutti. Se vuoi recuperare pubblico devi andare in diretta tv gratis. E tu come imprenditore devi essere quello che sa raccogliere una pubblicità gigantesca. E conta anche come fai vedere il calcio. Non solo negli stadi, che in Italia sono fatiscenti e non confortevoli per il pubblico. Parlo anche della tv: non è possibile che in Formula 1 le immagini mi facciano quasi credere di essere al posto del pilota e nel calcio non sia così. Io vorrei scegliere i miei registri, e dico sempre che l’esempio di come trasmettere una partita è la finale del Mondiale tra Argentina e Francia. Ma il calcio si è invecchiato anche come gioco: bisognerebbe sedersi ad un tavolo e riflettere, ma il nostro è un grande circo in cui non ti puoi fermare a pensare e quindi non puoi ribellarti".

Sul futuro di Osimhen

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"Osimhen è un grandissimo giocatore. È uno dei grandi giocatori che ha avuto il Napoli. Abbiamo avuto tante leggende come Cavani, Higuain, Lavezzi, Mertens. Ci sono tanti giocatori che si sono innamorati del Napoli. Napoli è un posto fantastico, ci sono alcuni giocatori che se ne sono innamorati e ci sono rimasti come Hamsik per 11 anni. O come altri per otto anni . E ce ne sono altri che sono nel mirino di Real Madrid, dal PSG, dall'Arsenal, dal Manchester City, dal Chelsea. Queste squadre hanno tanti soldi, è difficile trattenere i giocatori quando a volerli sono queste squadre. Soprattutto quando i tuoi poi hanno una clausola rescissoria con cui possono essere acquistati. Osimhen ha una clausola rescissoria: è una cifra molto alta. Chissà chi partirà, vedremo. I soldi sono l'ultimo problema per il Napoli. Abbiamo sempre fatto ottimi acquisti, come abbiamo fatto in passato. Lo faremo anche in futuro. Sono solo problemi sentimentali. Quando vedi un giocatore andare via è come dire addio ad un figlio. Sei felice anche se questo figlio ha un successo fantastico ovunque vada".


Su agenti e arbitri

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"Gli agenti sono un cancro del calcio. La classe arbitrale dovrebbe dipendere dai club, con cui dovrebbe dialogare perché non sia una casta ma dei collaboratori. E non esiste che un arbitro espella un allenatore. Il calcio sembra una barzelletta per questo, Superlega? Dieci anni fa avevo proposto una sorta di campionato europeo per club complementare o diverso dalla Champions, a cui partecipino squadre in base ai risultati nei propri campionati. Sarò favorevole alla Superlega solo se sarà in grado di essere democratica, solo se ci si entrerà per merito e non per pedigree. Loro hanno promesso di essere operativi dal 2025. Chi vivrà vedrà”.

Sul Mondiale per club

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“Noi al Mondiale per club? Mi spiace per la Juve, che è stata punita dalla Uefa ed estromessa dalle coppe: se dovessimo battere il Barcellona e poi fare una vittoria o un pareggio, di diritto dovremmo andarci noi. Ma penso che il Napoli dovrebbe andarci comunque, perché se la Juve è fuori dalle coppe europee non dovrebbe essere ammessa al Mondiale per club”.


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