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Cari lettori di CalcioNapoli1926.it, la rubrica The Turning Point ha lo scopo di analizzare la chiave di volta dei match giocati dal Napoli. Campionato, Champions League o Coppa Italia assisteremo sempre ad un episodio che cambierà le sorti dell'incontro e noi saremo pronti a raccontarvelo.
Alla vigilia di Shakhtar-Napoli le parole di Sarri erano state chiare: "Non sono soddisfatto dei match contro Atalanta e Bologna perché prima o poi ci lasceremo le penne". Sembra quasi un avvertimento, un presentimento che si è rivelato fatale.
Il tecnico decide di schierare Milik dal primo minuto, decisione che fa storcere il naso ad un certo Dries Mertens (costretto ad osservare il match dalla panchina). Un primo tempo nel quale il pallone gira a rilento e lo Shakhtar ringrazia senza fare troppi complimenti. Dopo 15 minuti è già in vantaggio con la rete che porta la firma di Taison. Il suo nome ha pronuncia identica a quella del pugile, Tyson, ed il suo gol sortisce gli stessi effetti: un gancio destro. Il problema però è che la botta non desta dal torpore il Napoli.
Uno Zielinski spaesato, un Hamsik anonimo, Koulibaly ed Albiol che sbagliano tanto in fase di costruzione e la manovra lenta: segnali che fanno presagire la disfatta. A Milik arrivano pochissimi palloni giocabili ma nel complesso sembra muoversi relativamente bene. In panchina sono in due a scalpitare: Sarri che non riesce a capacitarsi delle difficoltà palesate dalla sua squadra e Dries Mertens.
Il volto grigio, come quello dopo il gol di Bologna, rende l'idea del suo disappunto e della sua voglia di voler entrare e spaccare la partita. Il mister lo accontenta e la musica cambia in meno di cinque minuti. Con il belga in campo gli azzurri arrivano alla conclusione molto più facilmente e non permettono allo Shakhtar di uscire dalla propria metà campo. Però i gol da recuperare intanto sono diventati due: sì, perché Ferreyra decide di castigare la mancata copertura di Ghoulam e l'uscita a vuoto di Reina.
Dicevamo di Mertens... Il belga si procura il rigore e Milik lo trasforma. È proprio così: Sarri ha schierato entrambe le prime punte ed è ha cambiato modulo: opta per una sorta di 4-2-4 temporaneo. Nemmeno il gol del 2-1 riesce a far aumentare i giri del motore ad un Napoli che, forse, il motore non l'ha mai acceso. Mertens si dimostra sempre più perno di una squadra che, per il momento, è il fantasma di quella della scorsa stagione.
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REDAZIONE - Armando Inneguale e Luca D'Isanto.
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