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Il difensore della Lazio, Francesco Acerbi, ha rilasciato un'intervista a Sky Sport in cui torna sul match contro il Napoli di quest'anno con l'espulsione che gli è costata la squalifica nella giornata successiva contro la Juventus (unica assenza stagionale del centrale e più in generale l'unica negli ultimi quattro anni, con il record di Zanetti solo sfiorato), e anche sulla malattia avuta in passato. Ecco le sue principali parole: "L'espulsione di Napoli mi ha fatto male, ci tenevo a giocare tutte le partite, non ne volevo saltare una. Non per il record, ma perché voglio sempre giocare. La malattia? Dire tumore è una brutta parola, parlerei più di un nodulo, così mi fu detto, quando ero a Sassuolo. Mi dissero che mi sarei dovuto operare ma non era grave e sarei tornato a fare il mio mestiere. In quei mesi non ho avuto paura, però ho capito le cose belle della vita. Volevo tornare ad allenarmi, ad essere un giocatore normale, non facendo più alcuni errori commessi in passato. Di sicuro è stata un'esperienza positiva per la mia persona, vorrei essere ricordato più per l'uomo che per il calciatore. Lazio? Non ci misi nulla a scegliere di venire qui, già da quando mi chiamò Inzaghi la prima volta non ebbi dubbi e gli diedi la mia parola. Il resto è stato facile."
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