Ezequiel Lavezzi, ex attaccante del Napoli, neo commentatore di Amazon, ha parlato ai microfoni di Fanpage trattando vari temi.
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Lavezzi: “Napoli è migliorata, come città e squadra. Che ricordi con Hamsik e Cavani”
Lavezzi sul Napoli e sulla sua carriera
L'intervista a Lavezzi:
Pocho, da tre anni è iniziata la tua seconda vita. Cosa hai fatto dopo il ritiro?
“Si può dire che ho viaggiato tanto (ride). Sto facendo delle cose, ma non nel calcio. Dopo tanti anni ho deciso di staccare”.
Ma sei pronto per tornare.
“Questa su Prime Video sarà la mia prima esperienza nel calcio dopo il ritiro, anche se molto diversa rispetto a quello che facevo prima. Sono molto contento, la aspetto con ansia”.
Quando giocavi c’era qualcosa che ti dava fastidio nel modo in cui si parlava di calcio in TV?
“No, non guardavo molto la TV e quello che si diceva. Mi sono tenuto sempre ai margini di quello. Ritenevo fosse meglio per me, per pensare a giocare”.
E il Pocho Lavezzi che commentatore sarà?
“Sicuramente non cattivo. Sincero sì, cattivo mai”.
Scorrendo il tuo Instagram, quando ci sono immagini di calcio c’è quasi sempre il Napoli. È lì che si è visto il miglior Lavezzi?
“Sono legato a tutte le squadre in cui sono stato, ma Napoli ha un plus”.
Anche se a tratti hai quasi sofferto l’attenzione nei tuoi confronti?
“È stata una fase intensa della mia vita, cinque anni di fila. Quell’aspetto è arrivato a stancarmi un po’. Ma questo non vuol dire che a Napoli non mi abbiano fatto del bene, anzi”.
Napoli e Parigi sono molto diverse, ma hanno qualcosa in comune?
“L’affetto delle persone. Napoli è più calorosa, ma anche a Parigi mi vogliono molto bene. Oggi mi piace vedere l’affetto delle persone che incontro”.
Sei rimasto in contatto con i tuoi vecchi compagni?
“Sì, parlo ancora con tanti giocatori. Paolo Cannavaro, Gokhan Inler, Camilo Zuniga. Ma ne dimentico altri di sicuro”.
I tre tenori esistono ancora?
“I momenti con Marek e Edi rappresentano gran parte della gioia della mia carriera. Anche con loro ci sentiamo ancora, per sapere come vanno le cose, o per farci i complimenti in caso di vittorie. C’è un bel rapporto, sì”.
Ricordi come è iniziata la tua storia a Napoli? Mentre ti presentavano all’esterno del centro sportivo c’era una contestazione.
“Non ricordo tanto quella protesta. Ho solo il ricordo di un giorno bello, in cui ero molto felice di arrivare in una squadra come il Napoli. Per fortuna negli anni siamo riusciti a creare una cosa diversa rispetto a quel clima”.
Hai lasciato il Napoli 10 anni fa. Oggi è dove ti aspettavi che potesse arrivare?
“È cresciuta tanto la squadra, la società, anche la città. Sono tornato un mese fa e ho trovato Napoli molto cambiata. In meglio”.
Oggi il Pocho Lavezzi al top della sua carriera da calciatore direbbe sì al Napoli?
“Sicuramente. Senza dubbio”.
E da dirigente? Ti piacerebbe rappresentare il Napoli?
“Sì, perché no. Ma non mi è stata mai proposta una cosa del genere”.
Quanto sei stato davvero vicino a giocare per un’altra squadra italiana? L’Inter, soprattutto.
“Sono stati tanti i momenti in cui avrei potuto farlo. Non è mai successo perché ho deciso di non giocare in squadre italiane che non fossero il Napoli. Ho avuto la possibilità e non l’ho mai fatto per rispetto della gente che mi ha amato lì”.
Forse nel nuovo ruolo di talent avrai modo di commentare anche Ibrahimovic. Ti immaginavi di vederlo ancora in campo?
“Sì, perché è uno che vuole fare le cose per bene e che ama il calcio. Per chi ama il calcio è sempre difficile lasciare”.
Il tuo amico Di Maria alla Juventus: un giudizio?
“Un colpo enorme. È un giocatore di grandissima qualità e sono sicuro che lo farà vedere in questo campionato”.
Ti aspettavi che Dybala scegliesse la Roma?
“Avrà sicuramente avuto i suoi motivi. Io mi auguro che faccia bene e che possa continuare a dimostrare il suo valore”.
Hai vissuto dall’interno il PSG. Perché non riesce a vincere la Champions?
“Perché te la giochi con grandissime squadre e non è facile ottenere quello che vogliono tutti. Bisogna indovinare l’anno giusto e avere un po’ di fortuna. Al PSG è sempre mancato qualcosa”.
E alle squadre italiane cosa sta mancando?
“I soldi. Quelli che fanno arrivare i migliori giocatori e hanno reso la Premier League il miglior campionato al mondo. Servono soldi per prendere i giocatori migliori e costruire le squadre più forti”.
Cosa ti è mancato per considerare completa la tua carriera?
“Vincere il Mondiale”.
Quest’anno ci riproverete.
“Vedo molto bene l’Argentina. Speriamo continuino a costruire questa fiducia, a crescere come squadra ed arrivare in queste condizioni al Mondiale”.
Noi non ci saremo.
“Avete avuto un calo dopo gli Europei, ma l’Italia resta una squadra importante. E credo debba stare sempre in un Mondiale”.
Proiettati già nel tuo nuovo ruolo di commentatore. Cosa speri di poter raccontare?
“Una bella partita del Napoli in Champions. Mi piacerebbe poterne parlare bene”.
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