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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera in merito alla riforma del calcio europeo. Il patron, infatti, è a Madrid per la riunione dell'European Leagues convocata da Javier Tebas: "È tutto molto obsoleto. I campionati nazionali soffrono il numero elevato di squadre e non coltivano la massima competitività. Spesso ci si confronta con degli sparring partner, per utilizzare una metafora pugilistica. Pensi che in Italia dal 1967 al 1988 le squadre di serie A erano 16, oggi siamo in 20. Si gioca troppo e in maniera poco spettacolare. Si dà importanza alla tattica e noi per divertirci dobbiamo guardare Manchester City-Tottenham e Barcellona-Liverpool. Altra velocità, altra spettacolarità, con arbitraggi che lasciano più libertà al gioco. Il nostro calcio sta diventando invece noioso. Anche in Europa abbiamo competizioni superate che alla fine portano alla ribalta sempre le stesse squadre, facendo apparire la Champions una gara per pochi eletti e l’Europa League una sorta di torneo di consolazione. Ultimamente sono aumentate le cifre destinate ai club, ma la Uefa continua a trattenere per sé troppi introiti. E il fatturato dovrebbe crescere con andamento esponenziale".
LA RICETTA - "In primis risolvere la pirateria, poi in ambito nazionale andrebbe favorita la costruzione degli stadi, con una modifica della legge esistente: procedure più snelle e una normativa volta a creare equilibrio economico, sia nella gestione dello stadio che del club nel suo complesso. La Champions e l’Europa League vanno abolite, avvicendandole con un unico torneo, articolato in 80 squadre, cui accedano le prime sette della classifica dei campionati italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo e le prime quattro dei campionati portoghese, olandese, belga, svedese e tutti gli altri. Squadre divise in quattro gironi da venti: 19 partite/giornate di gara per ciascun girone. Gare secche con location estratte a sorte per stabilire il team che gioca la prima in casa e dare il via al calendario".
MODALITA' - "Chiamerei il torneo European Cup, le partite si giocherebbero il martedì, mercoledì e giovedì, rispettando così la collocazione dei campionati nazionali durante il fine settimana. Farei un accordo tra Eca e Leghe europee, attribuendo il cinque per cento del fatturato alla Uefa, per usufruire dei suoi professionisti che lavorerebbero all’organizzazione dei tornei".
LA SUPERLEGA DI AGNELLI - "Agnelli è un uomo intelligente, non voglio credere che abbia in mente un torneo di questo tipo che sarebbe riduttivo per il resto del calcio europeo. Una formula che potrebbe anche rivelarsi valida in una fase iniziale, ma alla fine allontanerebbe una buona fetta di pubblico e di tifosi dal mondo del calcio. Ciò che mi preoccupa è che si parli di riforma a partire dal triennio 2024-2027. I buoi stanno già uscendo dalle stalle e tra poco diminuiranno drasticamente gli spettatori, sia per i nostri stadi reali che per quelli virtuali. I ragazzini si stanno distaccando, presi soltanto dagli elettronics games. La velocità e il ritmo di questi giochi non vengono riprodotti in una partita reale. Invece di fare guerre fra Eca, Uefa e Leghe europee, innoviamo il calcio preda di vecchi meccanismi e istituzioni menefreghiste che tendono al conservatorismo pur di durare nei tempi".
ANCELOTTI - "Sono soddisfatto del lavoro di Ancelotti. Con Ronaldo la Juventus ha alzato l’asticella dei punti, ma noi siamo in linea con il punteggio delle migliori squadre europee."
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