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Khvicha Kvaratskhelia (Getty Images)
Khvicha Kvaratskhelia ha semplicemente spaccato il campionato da quando è arrivato. Dribbling, giocate, tiri, gol, assist ma soprattutto una semplicità umana straordinaria che trasuda in ogni suo gesto e in ogni sua parola. Il ragazzo dalla Georgia ha rilasciato tempo fa un'intervista a DAZN, montata poi in una puntata di DAZN HEROES dall'emittente che detiene i diritti della Serie A. L'intervista è andata in onda integralmente quest'oggi.
Di seguito un estratto:
"Lavoro molto su di me, i miei dribbling non sono qualcosa che puoi imparare in allenamento. Il mio soprannome preferito? Direi Kvaradona. Sono tutti belli e simpatici, ma se si tratta di associare il tuo nome a Diego è un onore, un'emozione diversa".
Sull'impatto sulla Serie A
"Non saprei dirti se me lo aspettassi, ma ho sempre fatto di tutto per farlo accadere. Il calcio è la mia vita, se le cose vanno bene ho solo tanta soddisfazione. Io faccio il massimo per la mia squadra, il resto lo valutano i tifosi che ringrazio sempre tantissimo per il sostegno costante. In Georgia tutti amano il calcio, ogni calciatore è molto stimato quindi è logico essere accolti sempre con amore, però posso dirti che molti georgiani hanno iniziato a tifare Napoli da quando ci sono io. Il mio Paese è abitato da gente fantastica e vorrei lo sapessero tutti. Quando gioca il Napoli è come ci fosse un lockdown a Tbilisi..."
Sulle aspettative da bambino
"Io tra i migliori d'Europa? Sono ancora molto lontano da una definizione simile, ma farò il possibile per confermarla. È comunque molto difficile per uno che viene da un Paese così piccolo poter immaginare di arrivare a un club così grande come il Napoli, anche se era il mio sogno giocare in una squadra così rinomata. Ho ancora tanti obiettivi da raggiungere. La gara col Liverpool? Quando sai che sono loro i tuoi primi avversari nella tua prima gara di Champions... questa cosa ti carica decisamente di tante responsabilità e motivazioni, perché devi giocare contro grandi calciatori in uno stadio storico. Però devo dire che ogni volta che gioco do il massimo, a prescindere dai calciatori contro cui gioco e dal nome della squadra. Posso confrontarmi alla pari contro chiunque. Difensore più forte? È molto difficile scegliere, ma devo dire che Di Lorenzo in allenamento è un osso duro, un grande difensore".
Sulla trattativa col Napoli
"È durata molto, circa due anni. Ero molto contento che una squadra così grande fosse interessata a me, non vedevo l'ora di vestire questa maglia. Altre squadre italiane? Non so di preciso, sentivo ogni tanto che c'era interesse anche di altre ma non ho pensato ad altro. Volevo giocare nel Napoli. Innanzitutto per la squadra, perché hanno degli ottimi calciatori e quando guardavo delle loro partite mi immedesimavo immediatamente, sapevo che sarei stato adatto a questa tipologia di calcio. La città è stupefacente e anche i napoletani sono eccezionali, qui la città vive di amore per il calcio, tutti capiscono di calcio a Napoli. Quando sei un calciatore è motivante sapere che tutta la città tifa per te: questa città è amore!".
Sul suo carattere
"Non so se sono timido, di certo non amo stare al centro dell'attenzione. Esultanza di Curry? Non so se la ripeterò, molto dipende dal mio umore in quel momento. Non so mai cosa farò dopo un gol. Scudetto? Ci sono ancora molte partite da giocare, manca tanto tempo. Per ogni ogni gara è fondamentale e ovviamente faremo il possibile. Se ci credo... ovvio! Non scendo in campo se non per vincere".
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