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Kevin-Prince Boateng, attaccante del Sassuolo, è tornato a parlare del caso Koulibaly ai microfoni di Sky Sport: "Ero triste per Kalidou. So come ti senti dopo, che emozioni hai. Rabbia, tristezza, come quando è successo a me: sono molto triste per tutto questo".
Sul suo episodio a Busto Arsizio: "Non è cambiato niente, l’abbiamo visto due giorni fa. Contro di me erano 50, a San Siro forse 5-10 mila persone. È molto triste perché dopo sei anni siamo ancora qui a parlare delle stesse cose".
Sulla sospensione delle partite: "Tutti dobbiamo fare qualcosa. Siamo tutti umani, stiamo tutti bene ma tra una settimana avremo già dimenticato l’episodio. È una battaglia difficile ma dobbiamo iniziare a confrontarci, altrimenti la cosa diventa sempre più complicata. Il problema c’è, esiste, lo sappiamo ma dobbiamo iniziare a dare battaglia. Io sono ancora triste ma sono molto positivo e ho iniziato a pensare a cosa fare, a come aiutare Koulibaly. Non è un problema solo italiano, è un problema generale".
Sulle parole del vicepremier Salvini: "La partita andava sospesa perché Koulibaly si sentiva male. Era il momento giusto di sospendere il gioco, anche perché davanti alla televisione c’erano magari 5 milioni di persone. Sarebbe stato un segnale concreto per far capire a tutti che certe cose non devono più succedere. È stato razzismo al 100%".
Sul razzismo in Italia: "Io amo l’Italia, l’ho sempre detto e voglio vivere qui anche dopo il termine della mia carriera. Forse qualcuno non ha il cervello pronto, ma dobbiamo cambiare qualcosa, a cominciare dai bambini". Sul ripetersi di un episodio simile: "Si può sospendere la gara, non voglio essere io a prendere la responsabilità, ma se succede a me, me ne vado a casa". Tmw.
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