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Koulibaly: “Napoli resa magica dalla gente. Insigne è la storia. Spalletti è misterioso come…”

koulibaly

"Quando sei in campo capisci quanto sia grande l'affetto della città per questa squadra"

Giuseppe Canetti

Kalidou Koulibaly, difensore del azzurro, è intervenuto ai microfoni di DAZN per un'intervista a tutto campo su Napoli e il Napoli. Di seguito le sue dichiarazioni.

Le parole di Kalidou Koulibaly

koulibaly

Su Napoli e sui napoletani

"È la gente a rendere magica Napoli. E poi ci sono posti bellissimi. E poi quando sei in campo capisci quanto sia grande l'affetto della città per questa squadra. Qui sognano, dormono e mangiano Napoli. Sono consapevole che se giochiamo per il Napoli giochiamo per una città intera e Napoli è una grande città. E poi abbiamo milioni di tifosi nel mondo, quando scendiamo in campo dobbiamo essere al 300%".

Sul gruppo azzurro

"Usciamo spesso a cena con le nostre famiglie. Siamo tutti amici. Quando sento parlare altri giocatori delle loro squadre capisco che con il Napoli non c'è davvero paragone. Nessuno vive come noi e penso che si veda pure sul campo".

Su Insigne

"È la storia del Napoli. Tiraggir però non lo dice mai, lo fa: è quello il bello. Anche quando siamo in nazionale ci chiamiamo sempre. In napoletano dico sempre fratm', questa è la parola che uso di più".

Su Spalletti

"La prima cosa che ci ha detto Spalletti è che voleva cercare il problema di questa squadra, perché non è normale che non abbiamo ancora vinto. Questo ci ha fatto scattare qualcosa in testa. La cosa più bella è che ha avuto l'umiltà di dire che il lavoro di Gattuso è stato buonissimo. Non è qui per cambiare ciò che ha fatto Gattuso, ma per dare qualcosa in più. Mi chiama Comandante (come Sarri, ndr) perché dice che sono un leader. I miei compagni dicono che tutti gli allenatori sono mio papà perché mi fanno giocare sempre, per questo chiamo così anche Spalletti. Se fossi il regista di un film western a Spalletti farei fare il cowboy per questo atteggiamento di uno un po' misterioso, che cerca sempre giustizia".

Su Osimhen

"Nessuno si aspettava che sarebbe arrivato al livello di oggi. Spalletti lo ha molto caricato. Ma ad aiutarlo tanto è stato anche Gattuso. Poi Spalletti ha completato l'opera aiutandolo tantissimo, questa combinazione dà i suoi frutti oggi".

Sul razzismo

"All'inizio è molto difficile metabolizzare gli episodi di razzismo: pensi di sbagliare tu a urlare che qualcuno ti ha ferito. Ma il bello è che la città ti fa capire che non sei tu quello sbagliato. Penso che possiamo fare ancora tanto per combattere questo problema, ma penso che rispetto agli anni passati abbiamo fatto dei passi avanti. Chiellini mi ha sempre difeso su tutti i fronti, mi ha pure dato dei consigli da calciatore e da uomo. Mi ha detto che era molto dispiaciuto e si è scusato a nome di tutta l'Italia, è una lotta che dobbiamo fare tutti insieme.

"Chi più di tutti mi ha insegnato qualcosa? È l'arbitro Irrati. Quello che ha fatto durante la partita Lazio-Napoli del 2016 è stato un gesto molto forte. Mi ha dato un'altra visione degli arbitri dicendomi se c'è un problema fermiamo la partita. Io ero sorpreso ma lo devo ringraziare, mi ha dato la forza di iniziare a lottare con tutte le mie forze questa discriminazione. Se sono diventato l'uomo che sono oggi è anche grazie a lui. Quando ho visto lo stadio di Napoli pieno di tifosi con la maschera della mia faccia sono rimasto sorpreso. Era bellissimo. Questa città e questi tifosi mi hanno sempre dato tutto, io voglio dare loro indietro qualcosa".

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