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L’ultimo gol realizzato da Koulibaly fu quello dei sogni: 22 aprile 2018, con la Juve allo Stadium, in volo verso uno scudetto che il Napoli non riuscì a strappare dalle maglie dei campioni. Ci pensano ancora tutti da queste parti e da quella notte trionfale, Kalidou è diventato un mito. Un po’ quello che pensano i colleghi e i giovani che l'hanno scelto, suo
malgrado, come nuovo leader della lotta al razzismo nel calcio. Come riportato dall'edizione odierna del Corriere dello Sport è un po’ quello che pensa anche Cheikh Ndiaye, bambino dodicenne, senegalese come Koulibaly, che è ricoverato al Policlinico di Napoli per gravissime ustioni al viso e alle mani riportate nel suo Paese, nel corso di un incendio che ne ha bruciato la capanna ed è in attesa di essere operato. Cheikh non ha nulla, solo un desiderio: beh, incontrare Kalidou. Messaggio recepito dal difensore azzurro che andrà a trovare lo sfortunato bambino. L’appuntamento è già fissato, è in agenda, ma per difendere la privacy e la tranquillità dei due ragazzi, si saprà tutto al momento opportuno.
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