In un mondo in cui la bandiere del calcio vengono smosse dal denaro, ci sono quelle iconiche che non si dimenticano mai. Siamo a Napoli, la città di Partenope, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Qui nasce un'icona del club azzurro che oggi compie 80 anni: stiamo parlando di Antonio Juliano.
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La vecchia bandiera del Napoli Antonio Juliano compie 80 anni: la carriera
Juliano, la bandiera del Napoli che disse no al Milan
Aiutiamo in questo momento i più giovani a conoscere e i più grandi a ricordare le gesta del napoletano fuori e dentro al campo grazie al racconto de La Gazzetta dello Sport. Di seguito l'estratto: "Sedici anni di militanza, dal 1962 al 1978. 394 presenze in campionato (505 in assoluto) e 26 gol per quello che - mezzala di lotta e di governo - nell’ideale classifica dei migliori della sua generazione, viene appena dopo i dioscuri Gianni Rivera e Sandro Mazzola e affianca Giacomo Bulgarelli".
Sull'esordio
"Al Napoli ci arriva subito - per una decina di palloni e una muta di maglia - direttamente dalla sua prima squadretta, la Fiamma Sangiovannese. Ne segnerà il destino per quasi due decenni. A farlo esordire in A è il Petisso Pesaola, quando Totonno è nu criaturo di 17 anni. A 23 anni era già capitano. Ha giocato con Sivori e Altafini, Zoff e Burgnich e Savoldi, ma è capitato per anni in un Napoli di promesse non mantenute e di piazzamenti in classifica quasi mai in linea con le aspettative. Ha sfiorato lo scudetto nel 1974-75, con Luis Vinicio in panchina".
Sul no rifilato al Milan
"Nel 1969 lo voleva il Milan, che mise sul piatto 800 milioni di lire: sarebbe stato un colpo di mercato dalle proporzioni clamorose per l’epoca. Ferlaino era pronto ad accettare l’offerta, ma temeva allo stesso tempo l’insurrezione popolare per la cessione dell’enfant du pays. Così provò a convincere Totonno. Se egli stesso avesse dichiarato la volontà di trasferirsi in un club del Nord, tutto sarebbe stato più semplice e anche l’ira dei tifosi si sarebbe presto placata, o comunque - nei piani di Ferlaino - avrebbe cambiato destinatario. Ma Juliano rifiutò. E l’ipotesi Milansfumò. Se ne va da Napoli, una prima volta da calciatore, nel 1978, quando ormai non pensa più a cambiare casacca. Ma c’è stato uno strappo con l’allenatore Gianni Di Marzio, si sente sopportato dalla società. Allora - cocciuto com’è - decide l’azzardo. Dopo una vita col Napoli, corre dal suo maestro, il Petisso Pesaola, e firma per il Bologna. Gioca una quindicina di partite, ma gli acciacchi cominciano a farsi sentire e così, a 36 anni, smette col calcio giocato".
Sul colpo Maradona
"Molto più tesi - anche da dirigente - sono stati i rapporti con Corrado Ferlaino. Ma è sotto la sua dirigenza che Juliano partecipa, con un ruolo da protagonista, alla più grande operazione di mercato del club: l’acquisto di Diego Armando Maradona. Anno domini 1984. Trattativa lunghissima, durata 53 giorni. Dall’11 maggio al 30 giugno. La chiameranno Operazione San Gennaro. E’ l’affare del secolo. Colpo magistrale, made in Ferlaino, con l’amichevole partecipazione delle banche napoletane, ma il copyright è di Totonno Juliano, l’uomo che più di tutti ci crede, ci prova, ci riesce. Si dimostra abilissimo anche come dirigente: del resto era stato lui, alla riapertura delle frontiere, ad andare a pescare l’asso olandese Ruud Krol, che a 31 anni e dopo una vita all’Ajax stava svernando in Canada, a Vancouver. L’unico rimpianto è quello di non aver partecipato allo storico primo scudetto del 1986-87: quella squadra l’aveva costruita lui, ma un anno dopo l’acquisto di Maradona se ne era andato sbattendo la porta".
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