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L'ex presidente federale si sofferma anche sul stato di salute attuale del calcio italiano ITALIA TAVECCHIO VENTURA / A tutto Carlo Tavecchio. L'ex presidente della FIGC rompe il silenzio con una lunga intervista concessa al 'Corriere dello Sport' nella quale torna sulla clamorosa delusione Mondiale, i suoi successi politici e poi commenta lo stato di salute attuale del calcio italiano sfogandosi senza mezza termini. 'La sera prima della partita con la Svezia chiesi a qualcuno di cui farò il nome: ‘Quanti napoletani pensa che ci saranno domani allo stadio? Glielo dico io, trentamila, e tutti quanti vorranno vedere Insigne. E allora tratta lei le conclusioni'. Insigne non giocò, non lo vollero in campo - esordisce Tavecchio - ". Le dimissioni furono un atto dovuto e sofferto, molto sofferto. Il presente è un calcio dormiente e irregolare. Se apre i miei cassetti in via Allegri trova il progetto per rendere sostenibili i campionati e l'attività della Nazionale: 18 squadre in A, 20 in B e due gironi da 18 o 20 in C. Ma in Italia c'è un gioco di interferenze continue che rallenta ogni processo di rinnovamento".
Tavecchio, poi, rivendica i suoi successi: "Avrei dovuto pubblicizzare con più energia il bilancio della mia gestione: 4 squadre italiane in Champions quando prima ce n'erano due, un regalo ricevuto grazie al sostegno determinante dato dall'Italia all'elezione di Infantino e Ceferin. Quattro partite dell'Europeo itinerante a Roma, non le avrà neppure Parigi. L'introduzione del var, primi al mondo a sperimentare la tecnologia. L'Europeo Under 21 nel 2019 e due pedine importanti in Fifa ed in Uefa. Aggiunga una notevole liquidità nelle casse della federazione presente al momento della mia uscita".
Poi la chiosa: "Sono rimasto solo nel momento della sconfitta. Qualcuno ha creduto di aver risolto i problemi del calcio eliminando Tavecchio. Traditore io? Ventura non fu una scelta solo mia. Andai a casa di Malagò e ci trovi Lippi. Ero favorevole alla sua nomina a direttore tecnico, mi parlarono di Ventura, Lippi era d'accordo, gli è amico. Io sono competente di calcio, e in questo Paese non lo siamo in tanti".. Calciomercato.
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