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Si conclude 1-1 il match tra Italia e Polonia: non male ma neanche troppo bene per il debutto ufficiale di Roberto Mancini sulla panchina della Nazionale. Una partita che pare abbia offerto in realtà soltanto degli abbozzi di Nazionali, è sembrato di vedere delle squadre non completamente compatte e decise: molte sbavature, soprattutto per gli azzurri che dovranno sviluppare maggiore affinità durante i vari allenamenti e partita: soltanto giocando e sbagliando riusciranno a trovare la giusta intesa.
NAPOLI - Il risultato però parla chiaro, c'è un tratto comune, in matematica si definisce denominatore comune ed in questo caso è indubbiamente il marchio di fabbrica "Made in Napoli", in tutto e per tutto. Inoltre è peculiare anche il totale equilibrio tra gli azzurri (ed ex), è un equo due contro due: Insigne con Jorginho da una parte e Milik con Zielinski dall'altra (anche se l'attaccante polacco non ha avuto modo di mettersi in mostra).
INSIGNE - Il numero 10 azzurro però appare leggermente opaco, spento, di certo non sembra lo stesso che veste la maglia numero 24. Forse non è la sua serata, come non è quella di molti, o forse l'integrazione all'interno del gruppo non è così semplice da trovare, soprattutto se sulla fascia di destra non c'è un certo José Callejon. E neanche l'intesa umana trovata con Mario Balotelli riesce a far compiere a Lorenzo il tradimento al compagno spagnolo: d'altronde anche Super Mario sembra Mini Mario e lo stesso tecnico ha specificato che deve trovare la sua migliore condizione.
ZIELINSKI - L'andamento della gara appare piuttosto monocorde, non grandi emozioni, fino a quando arriva il '40 ed è proprio in centrocampista del Chelsea, Jorginho che compie un'errore fatale: Lewandowski ne approfitta e mette in area di rigore un cross morbido, così tocca a Zielinski che non può che ringraziare l'ex suo compagno per la ghiotta occasione offerta e realizzata. Mentre Donnarumma stenta a crederci che sia ancora Piotr il suo cecchino: in meno di due settimane il portiere rossonero ha incassato ben tre gol dal polacco, un boccone troppo amaro da mangiare giù.
SVOLTA - Mancini capisce che le cose non vanno realmente bene e così la coppia Balo-Lorenziello viene completamente bocciata ed al loro posto entrano Belotti e Chiesa. E' proprio l'attaccante della Fiorentina a cambiare il volto della partita, entrando con grinta e voglia di fare: riesce a guadagnarsi il rigore.
JORGINHO - Ed anche se non sono i Mondiali del 2006, né tanto meno sul dischetto c'è Fabio Grosso, l'ansia del dischetto si fa sempre sentire e la possibilità di sbagliare, così come le critiche che ne conseguono sono assolutamente dietro l'angolo: batte Jorginho. Preparazione che sembra nascondere molta preoccupazione, paura, sentimenti che il tifoso a casa avverte e che sa non gioveranno. L'ex Napoli inizia a deglutire e distogliere lo sguardo, non ha intenzione di guardare Fabianski. Ma nonostante le premesse erroneamente nefaste, il numero 5 parte e con il solito saltello spiazza completamente l'estremo difensore polacco.
Dunque sono i due "Made in Napoli" che decidono la gara della UEFA Nations League: Zielinski continua a fare male e ad avere il piede completamente caldo, a tratti rovente. Jorginho invece pare confuso a centrocampo, non così abile conduttore di marionette e di fili (nell'intervista post partita spiegherà che il pressing di Piotr gli impediva di prendere qualsiasi pallone ed addirittura di muoversi). Il centrocampista dei Blues compie più di uno errore, uno più grave di tutti porta in vantaggio la Polonia ma al termine riesce a prendersi la rivincita personale ed a far sperare ad un Paese che non tutto è perduto ma che dalle macerie qualcosa sta risorgendo.
Di Claudia Vivenzio
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