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Intervenuto su tmw Radio nel corso di In punta di penna, il collega di Sky Sport Luca Marchetti ha d

Redazione

Intervenuto su tmw Radio nel corso di In punta di penna, il collega di Sky Sport Luca Marchetti ha detto la sua sull’Italia che questa sera affronterà Israele a Reggio Emilia in una partita cruciale per la qualificazione a Russia...

Intervenuto su tmw Radio nel corso di In punta di penna, il collega di Sky Sport Luca Marchetti ha detto la sua sull'Italia che questa sera affronterà Israele a Reggio Emilia in una partita cruciale per la qualificazione a Russia 2018: “Forse ci sono state troppe critiche, non mi aspettavo le parole di Tavecchio che hanno messo ancor più pressione. Certo, abbiamo perso 3-0 contro la Spagna, in quella maniera, nonostante sapessimo che loro erano più forti. Era una partita secca, dove tutto poteva accadere. Ventura sa di dover avere le spalle larghe per sopportare certe situazioni”.

C’è timore di un contraccolpo psicologico, soprattutto per il gruppo?

“Nessuno di noi si aspetta che l’Italia vinca il Mondiale, mentre per la Spagna ci si aspetta che lo faccia. Certo, in queste occasioni entrano diversi fattori, come lo stato fisico. Comunque un campanello d’allarme della differenza Italia-Spagna ce lo avevamo avuto a Cardiff. Delle grandi squadre italiane ci sono pochi italiani che sono in Nazionale, mentre le grandi spagnole sono piene di nazionali. Con tutto il rispetto per Belotti e Immobile, sono due titolari in outsider. Nessuno dei due è un grande campione, non valgono Cristiano Ronaldo o Mbappè. Questo ciclo dell’Italia non è uno dei migliori della storia azzurra”.

Come commentare le parole di Raiola di ieri?

“È una difesa d’ufficio di Insigne, come normale che sia. Dice che ha segnato al Bernabeu ma anche lì il Napoli ha perso. Insigne forse non è ancora maturo per essere un campione. Ha avuto poche occasioni per mettersi in mostra, ma i campioni sanno sfruttare anche quel poco che hanno all’interno di una partita. Non penso che Ventura sia uno sprovveduto, se ha usato questo modulo di gioco è perché pensava di poter sorprendere la Spagna”.

Iniesta ha detto che quando un bambino in Spagna torna da una partita, si chiede come ha giocato, in Italia se ha vinto. Questa è la differenza.

“È una questione di allevare il talento ma anche culturale, perché in Italia c’è la cultura dei risultati. Qui si bada al sodo. Vincono i sergenti di ferro, ogni Paese ha le sue caratteristiche. La Spagna ha trovato una grande quantità di talenti ora e a ciò ha contribuito il Real e il Barcellona. Analisi giusta quella di Iniesta ma non è detto che sia sempre così. In Italia giusto che si debba cambiare mentalità, ma è un lavoro che spetta ai settori giovanili, dove anche lì però si pensa alla vittoria. La crescita si ottiene anche con i risultati”.

Serie A, nel prossimo weekend si riparte.

“Voglio rivedere tutte. Mi sembra un campionato equilibrato. Il Milan vince ma non convince ancora dal punto di vista del gioco, l’Inter è stata fortunata a Roma, voglio vedere come si riprenderà la Roma. La Juventus deve ritrovare un gioco fluido e la difesa, ma in generale mi sembra ci sia già una griglia confermata: Napoli che vince e convince, Juventus, Inter. È un campionato più equilibrato”.

Chi ti lascia più perplesso?

“La Roma, non solo per i risultati. Ha cambiato di più rispetto alle altre, nonostante il Milan. Dopo il 3-1 contro l’Inter deve rispondere sul campo, poi ha fatto una campagna acquisti strana. Ha cambiato molto in difesa, per nulla a centrocampo ma tanto in attacco. Schick ottimo colpo ma c’è l’interrogativo su come riuscirà ad adattarlo al suo schema Di Francesco. Poi c'é stato un cambio anche in società con Monchi e poi c’è il dopo-Totti. La Champions forse ha un po’ rovinato tutto, perché il tecnico forse avrebbe bisogno di più tempo per insegnare il suo credo. Dovrà fare tutto sul campo”.

Agnelli vicino all’elezione all’ECA.

“È un punto di riferimento per FIFA e UEFA, esserne un punto di riferimento per lui a sua voltaè un qualcosa di prestigioso. Conquista un peso politico importante, cosa che mancava da un bel po’ all’Italia. Può facilitare un cambiamento a cui si sta andando inevitabilmente incontro il calcio". Tmw.