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Inter-Napoli, Mario Corso: “Diedi il primo Scudetto agli azzurri. Sarà una partita apertissima, il pari non serve”

Redazione

Unisce idealmente Napoli e Milano, sponda interista. Mario Corso, il celebre sinistro neroazzurro è stato anche allenatore, vincente, dalla Primavera napoletana. Alla quale regalò uno storico, nel suo genere, tricolore. “Anni...

Unisce idealmente Napoli e Milano, sponda interista. Mario Corso, il celebre sinistro neroazzurro è stato anche allenatore, vincente, dalla Primavera napoletana. Alla quale regalò uno storico, nel suo genere, tricolore. "Anni indimenticabili", dice a Repubblica con la sua inconfondibile voce roca "Mariolino", che giocava sempre coi calzettoni abbassati, segno distintivo dei funamboli del pallone. "Ne parlo volentieri, amo l'Inter ma a Napoli ho lasciato davvero il cuore".

Buon Natale, Mario Corso, partiamo dall'attualità. Chi vince tra Inter e Napoli?

"Gara apertissima, si gioca a San Siro e l'Inter avrà le sue possibilità. Ma il Napoli, complessivamente, è davanti. E ha fatto un grosso acquisto, un colpo".

Si riferisce..

"Ma a Carlo Ancelotti! Un vero colpo di mercato!! Carletto è un fuoriclasse, un allenatore fantastico. L'ideale per un gruppo come quello azzurro".

Chi è il suo giocatore preferito nel Napoli?

"Koulibaly. Credo che in Europa non ci sia un difensore al suo livello. E forse non soltanto in Europa..E poi c'è Insigne, cresciuto molto e quest'anno chiamato alla definitiva consacrazione da campione. Ammiro anche Mertens".

E nell'Inter?

"Icardi su tutti. Un giocatore che fa sempre gol è il massimo. E sta anche imparando a partecipare alla manovra della squadra. E Perisic: mi piace molto e fa un gran lavoro anche se quest'anno ancora non ha carburato".

Dunque può accadere di tutto..

"Ma sì, anche perchè entrambe le squadre giocheranno per vincere. Il pari non serve a nessuno. Nè al Napoli, che ha ancora e giustamente velleità da scudetto, nè all'Inter che deve riscattarsi".

Certo, col caso Naingollan non è che Spalletti sia messo molto bene..

"A me Spalletti piace, ha ritirato su l'Inter e con Skriniar e Politano ha fatto due ottimi acquisti in queste stagioni. Naingollan..che devo dire? Si sapeva che tipo era.. Ma io guardo soprattutto a quello che il calciatore fa in campo, non fuori. Ricordo ad esempio che nell'Inter di Mourinho il terzino Maicon non fosse roprio un esempio lontano dal terreno di gioco, ma era semplicemente fondamentale quando giocava".

Se finisse pari la Juve, con ogni probabilità, volerebbe via ancora di più..

"Eh sì, assolutamente. E lo scudetto diventerebbe una chimera per gli azzurri. A proposito, vogliamo dirlo che sono stato io a dare il primo scudetto al Napoli? Anche se da allenatore fu un momento storico per la società, e Maradona doveva ancora arrivare".

E allora raccontiamo gli anni azzurri di Mario Corso.

"Prima di tutto voglio dire che ho trascorso cinque anni della mia vita fantastici a Napoli. Non esagero se dico tra i più belli mai vissuti. La città è così viva e calda, la gente affettuosa e solidale, non potevo chiedere di meglio. Per un certo periodo ho anche vissuto a Capri, l'isola dei sogni: prendevo il traghetto per venire ad allenare e poi tornavo lì. Cosa potevo volere di più? Napoli, da allora, è sempre con me".

Come arrivò al Calcio Napoli?

"Grazie a Italo Allodi, già straordinario manager della Grande Inter: fece il mio nome a Corrado Ferlaino, gli disse che ero l'uomo giusto per creare una grande Primavera azzurra e lui mi prese subito".

Lei, campionissimo interista degli anni d'oro, venne chiamato per allenare la Primavera del Napoli e fu un successo oltre ogni aspettativa.

"Lo rivendico con orgolio. Gonfio il petto (ride soddisfatto, ndr): allevai una generazione di ottimi giocatori e tutti, poi, giocarono da professionisti, o in serie A o in serie B. Ma il clou fu lo scudetto, il primo in assoluto, conquistato nel 1979. Nella partita decisiva superammo il Torino. Gioia indescrivibile. Guardi, ancora adesso che ne parlo con lei rivivo que momenti, un soddisfazione pazzesca".

Chi era il migliore di quel Napoli Primavera scudettato?

"Sicuramente Musella, fortissimo. Un talento. Grande classe. Carattere non semplicissimo ma se lo sapevi prendere ti dava tutto. Ma anche Celestini, nel suo ruolo, era forte. E poi avrebbe giocato con un certo Maradona..E Raimondo Marino era un calciatore completo. Con me c'era Angelo Benedicto Sormani e fu fondamentale nel trionfo finale: sapeva insegnare calcio come pochi. Poi andai via perchè volevo allenare in serie A ma non dimenticherò mai quella squadra e la città. Napoli è fantastica e se poi le cose in campo vanno bene fare il calciatore o l'allenatore lì diventa stupendo".

Da calciatore, con la maglia dell'Inter ha vinto qualcosa come 4 campionati, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali, eppure parla di quello scudetto Primavera come di un traguardo unico..

"Sono sincero: per me è un successo importante come quelli che lei ha nominato. E che mi lega a Napoli. Anche se sono sempre interista e tifo Inter eh..Speriamo di assistere tutti a una bella partita". Repubblica.