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Siani: “A Insigne consiglio di sedersi a guardare il mare. Mertens è napoletano”

Sara Ghezzi

Le parole di Alessandro Siani a La Gazzetta dello Sport

L'addio sempre più vicino di Lorenzo Insigne al Napoli è l'argomento più in voga di questi giorni. Infatti le ultime indiscrezioni voglio il capitano azzurro ad un passo dalla firma con il Toronto dopo la telenovela legata al suo rinnovo. L'epilogo non è quello desiderato dai tifosi azzurri, anche se la parola fine non è ancora stata messe ufficialmente. Anche Alessandro Siani, noto comico, ha commentato la vicende in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Ma non solo, l'attore ha parlato anche di Maradona, di Ciro Mertens e del sogno scudetto della squadra di Spalletti.

"A Insigne consiglio di sedersi a guardare il mare. Mertens è napoletano", le parole di Siani

(Getty Images)

Arrigo Sacchi sostiene che il gap fra Napoli e scudetto sta proprio nella testa.

 «Credo abbia ragione, ma la mentalità si crea anche vincendo e rafforzando di conseguenza le proprie convinzioni. Un giorno Spalletti sarà chiamato “il profeta di Certaldo”. Sarà lui a dirci se gli anni di Maradona saranno gli unici momenti di successo, o se Luciano resterà nella storia».

Diego l’ha amato e conosciuto.

 «Ha dimostrato che un uomo di talento può cambiare e migliorare il destino di tanti uomini. Credo negli uomini. Immaginate un governo formato da Totti, Baggio e Vieri. La loro prima riforma sarebbe migliorare la copertura della fibra ottica nel Paese. Penso al giornalista che chiederebbe a Totti come mai ha scelto questo primo progetto. E lui che risponde: “L’ho sempre detto: fondamentale l’ampliamento della rete...”. Di Diego mi piace ricordare un aneddoto vissuto. Un tifoso gli chiese un autografo e lui velocemente firmò. L’appassionato quasi deluso: “Diego non si capisce, non è una firma... ma un elettrocardiogramma”. Rapida ed estemporanea la risposta: “Perché l’ho fatto col cuore”».

Sul suo palco spesso sono saliti giocatori del Napoli.

 «Alcuni, come Cavani e Higuain, hanno lasciato Napoli. Mi è rimasto impresso per l’amore assoluto verso i tifosi, Paolo Cannavaro, il capitano. Chi lascia Napoli perde qualcosa che non ritroverà mai più in nessun angolo del mondo. Sul palco non ho ancora fatto salire Insigne, ma chissà che non salga prima su un aereo...».

Che cosa consiglierebbe a Lorenzo?

«Non servono consigli ha solo bisogno di sedersi su un muretto lungo le strade di Napoli e guardare il mare. Così come faceva da ragazzino e capire all’orizzonte cosa poter immaginare. Il tramonto di sicuro è lontanissimo, ma una nuova alba sarebbe la scelta giusta?».

 Di questo Napoli chi le piace?

«Ciro Mertens che con la sua qualità riesce a fare spesso prestazioni sopra la media. In fondo è napoletano dentro. Lui non siede in panchina ma su uno scoglio!».

La squadra di Spalletti sarà sempre vincente come a settembre o quella sbiadita di dicembre?

«È una squadra compatta, ma quando emergono le difficoltà questa compattezza si sbriciola e vengono fuori i difetti come è successo a dicembre. Spalletti dovrà lavorare sulla continuità. In poche parole per noi deve essere settembre tutto l’anno».

 Giovedì c’è subito la Juve.

 «Una sfida eterna. Il Napoli arriva con 5 punti in più ma anche con una leggera ansia da prestazione in meno della Juve, che con Allegri avrebbe subito dovuto portare i risultati. Fra lui e Spalletti si confrontano due modi diversi di vedere il calcio. Ora uniti solo da un unica sfida Quella contro il covid che sta entrando negli spogliatoi decimando anche i calciatori. Vinca il migliore. Cioè il Napoli».