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L’evoluzione di capitan Insigne: da capro espiatorio a “lider maximo” di Napoli e Nazionale

Gerardo Di Lorenzo

L’evoluzione di Insigne con la maglia del Napoli Molti lo ritenevano un’opera incompiuta, con limiti tecnici e caratteriali che non gli avrebbero mai consentito di diventare un campione. Arrivato a Napoli, il popolo si aspettava il...

L'evoluzione di Insigne con la maglia del Napoli

Molti lo ritenevano un'opera incompiuta, con limiti tecnici e caratteriali che non gli avrebbero mai consentito di diventare un campione. Arrivato a Napoli, il popolo si aspettava il nuovo trascinatore, il Masaniello della nostra città, mentre Lorenzo - malgrado le indiscutibili doti tecniche - ha dimostrato che di strada ne aveva ancora da fare. Doveva crescere, maturare, ma spesso la piazza partenopea non tollera le attese e cosi ti butta dalle stelle alle stalle.

C'è da dire che non è stato facile essere Insigne a Napoli; apprezzato per le prodezze e criticato da quelli che pensavano il Napoli giocasse meglio senza di lui. Comunque andava, si vinceva o si perdeva, c'era sempre chi gli puntava il dito contro. Questo accanimento, logicamente, non favoriva le prestazioni, anzi, rendeva lo scugnizzo avulso dal gioco durante intere partite. Molto probabilmente, tanti fuoriclasse avrebbero subito tutta quella pressione.

Per un napoletano che gioca a Napoli le aspettative diventano immediate pretese

E poi non è facile essere napoletano e giocare nel Napoli. Le aspettative aumentano e diventano pretese, immediate, senza concedere tempo né alibi. Chissà quante volte avrà pensato di andar via, chissà quante volte l'amore per la sua maglia e la sua città gli hanno dato la forza di proseguire in quest'avventura. Da sempre paragonato a calciatori carismatici come Reina e Hamisik, Lorenzo doveva semplicemente crescere come uomo e come calciatore dalle potenzialità indiscusso. Quasi nessuno però aveva intenzione di concedergli tempo e questo addirittura ha rallentato quella naturale fase di crescita. Giocatore limitato, indegno di indossare la fascia da capitano, immaturo. Tante, troppe accuse, assolutamente ingiuste vista la cifra tecnica  e umana del ragazzo.

Nel momento più buio del Napoli, Lorenzo è diventato il "Magnifico"

Poi pian piano è cominciata la fase del silenzio. Lorenzo taceva, si allenava e giocava. A volte bene, a volte meno. Quel silenzio lo ha reso più riflessivo, dominando gli istinti e tenendolo concentrato sul pallone. Quel ragazzo apparentemente indisponente e presuntuoso, stava per diventare un campione. Nel periodo peggiore, nel momento più buio dell'ultimo decennio del Napoli, Lorenzo è diventato il "Magnifico", dimostrando di meritare quel pesante soprannome che gli era stato dato troppo precocemente e che forse pesava a lui stesso.

Lorenzo ha tirato fuori grinta, carattere e giocate, diventando imprescindibile, fuori e dentro il terreno di gioco. Oggi la piazza apprezza l'uomo ed il calciatore, perdonando gli sbagli, come è giusto che sia. Di scuse non ne ha ricevute, ma Lorenzo è maturo, conosce le regole del calcio e soprattutto conosce le regole del calcio napoletano.

Questo popolo, oltre ad amarlo, ha imparato a proteggerlo, anche quando sbaglia rigori decisivi come è successo durante la finale di Supercoppa. Il popolo napoletano lo ha protetto da accuse piovute da ogni angolo d'Italia e dimostrazione di riconoscenza migliore, per Lorenzo il Magnifico non poteva esserci. Oggi Napoli ha il suo lider maximo!