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Hamsik: sparita moneta, viva il cammello

Redazione

No, non siamo su Scherzi a parte. La standing ovation al San Paolo, le lacrime e le promesse. La cena d’addio a Coroglio, i palloncini davanti alla scuola dei figli, i post disperati e/o arrabbiati di centinaia di tifosi su tutti i social....

No, non siamo su Scherzi a parte. La standing ovation al San Paolo, le lacrime e le promesse. La cena d'addio a Coroglio, i palloncini davanti alla scuola dei figli, i post disperati e/o arrabbiati di centinaia di tifosi su tutti i social. Tutto vero, assolutamente autentico. Anche se adesso sembra ridicolo, addirittura patetico. Ma è la vita che a volte scherza con noi, e stavolta ci siamo caduti tutti. Tutti, a cominciare da lui, il capitano che sognava di diventare Paperone e che invece si dovrà ancora 'accontentare' delle tariffe di casa Aurelio. Diciamolo, è Marek la vera vittima di questo scherzo intercontinentale, l'unico che a conti fatti ci rimette, e pure parecchio. Marek che aveva già preparato le valigie, che aveva salutato tutti, che anche psicologicamente aveva cominciato a elaborare il lutto dell'addio. Ed è lui che, adesso, ha bisogno di sostegno. E' a lui che avevano fatto - parole sue - 'una proposta irrinunciabile': una proposta così straordinaria da averlo indotto in un colpo solo a dimenticare le promesse di fedeltà ai tifosi e alla maglia, il progetto di una vita intera da trascorrere negli ambienti azzurri, di diventare il Totti di Castel Volturno. Ed è lui a doversi rimettere addosso, ora, quella maglia che aveva appeso al chiodo dopo averla ricoperta di baci.

Non è arrivata la moneta, il cammello è rimasto a Napoli. Certo pure per il patron è un brutto colpo, in poche ore ha visto svaporare una quindicina di milioni. Dopo i circa cento agognati e mai raggiunti in cambio della ipotetica cessione di Allan al Paris Saint Germain, diciamo che non è un buon momento per le casse azzurre, peraltro già piuttosto provate dalla ridotta affluenza del denaro apportato dai tifosi sotto forma di biglietti del San Paolo. Perchè sì, in effetti sono diventati un po' avari questi tifosi, che non hanno voglia di passare il sabato pomeriggio ad applaudire la propria squadra anche quest'anno salda al secondo posto, come un anno fa e stavolta pure con un po' di punti in meno. Tifosi disillusi, davanti a una classifica che non si smuove mai. Ma, soprattutto, sconcertati davanti allo spettacolo di un giocattolo (quasi) perfetto, apparso a un certo punto destinato ad essere smontato pezzo dopo pezzo senza aver mai raggiunto i traguardi che sembrava meritare.

Prima Allan, poi Hamsik, a fine stagione altri pezzi pregiati. Tuttavia per una ragione o per l'altra lo smantellamento è annullato, o quanto meno rimandato. E allora, ci dispiace per il guerriero brasiliano e per il buon Marek (a proposito: Insigne gli ridarà la fascia? E' durata così poco l'illusione di un capitano napoletano?), ci dispiace del loro probabile dispiacere per l'impoverimento inaspettato, ma noi da qui vogliamo ripartire. Perchè, per fortuna, il pallone non è solo questione di quattrini. Almeno per noi tifosi sognatori, i tifosi che al posto del cuore hanno proprio il cuore e che a dispetto di un sistema platealmente governato dal portafogli vorrebbero vincere, vincere e basta, non soltanto avere la squadra più forte. E allora, come si dice in politica, serve un nuovo patto: serve che Marek, che Allan e gli altri azzurri con la valigia (quasi) pronta la smettano di pensare ad altre mete ed altri compensi, e serve che noi tifosi cancelliamo dalla mente - anche se non sarà facile - le tentazioni alle quali stavano per cedere, avevano ceduto o cederanno. Sono del Napoli, sono nostri di nuovo, e di nessun altro. Abbiamo di nuovo la nostra squadra-miracolo, quella che l'anno scorso ci ha portato a un passo dal sogno, e che quest'anno ha una corsa in Europa League che la aspetta: una corsa che avevamo subito dimenticato, messo tra parentesi, sentendoci sconfitti in partenza, come se il lutto per l'addio di Hamsik si traducesse in un disfacimento di progetti e speranze. Per non dire del campionato, e di quei nove punti che dopo il pareggio-passo falso degli strisciati ci è venuta una gran voglia di rosicchiare. Tutto torna possibile, adesso: la moneta è sparita, la Cina è lontana, ma la sfida ricomincia. E se il cammello è rimasto a Napoli, evviva il cammello. Il Mattino.