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Mark Hamsik è stato l'unico a beffare il "Signore del calcio", Mino Raiola. Il capitano del Napoli ha sì, dato una chances al procuratore italo-olandese, salvo poi recedere ogni tipo di intesa una volta capite le sue reali intenzioni...
Per la verità, la questione è complessa. Pongo al lettore un quesito, la cui risoluzione è solo in apparenza semplice: chi sono i bravi procuratori? Quelli che sanno arricchirsi con il calcio (facendo fruttare al massimo le proprie mediazioni), o coloro che fanno sempre e comunque gli interessi dei propri assistiti?
La logica dice che, giuridicamente... essendo la procura una forma di rappresentanza (dove il rappresentante agisce per conto del rappresentato, talora anche in nome dello stesso)... l'agente dovrebbe fare gli interessi esclusivi del suo assistito. Ma non è sempre così, anzi.
Quando Marek Hamsik ha capito che Raiola voleva portarlo lontano da Napoli, ha subito messo le carte in tavola: "Napoli è la mia città, io sto bene qui". Al di là degli scudetti, dei titoli esposti in bacheca... in una giornata come questa che - senza girarci troppo intorno - è dolorosa per tutto il calcio italiano... è bene sottolineare la statura morale e umana del capitano del Napoli. Marek non è napoletano, eppure ha scelto di appartenere a questa città. So che sembra retorico (e forse lo è...) ma questo vuol dire, che Hamsik è doppiamente napoletano.
Probabilmente lo slovacco sarebbe titolare ovunque, eppure ha scelto di sposare a vita la causa di un club che, pur essendo molto ambizioso, non è ai massimi livelli. Ma non è tutto. Hamsik è un leader silenzioso... i suoi rinnovi contrattuali non hanno mai costituito un problema, non c'è mai stato alcun caso mediatico legato al giocatore. Non ha mai avuto dubbi sulle sue intenzioni e questo è veramente un unicum del calcio mondiale...con poche, pochissime eccezioni (Del Piero, Gerrard, Totti...). Marek è capitano vero perché per lui al primo posto ci sono sempre e solo gli interessi della squadra! Anche sulla questione "10 a Insigne"... né lui, né chi ne fa attualmente le veci ha mai detto una parola fuori posto. Eppure... a rigor di logica, la 10 gli spetterebbe di diritto in quanto capitano e autentico, imprescindibile uomo squadra. Il capitano è un eroe che sfida le regole del calcio moderno. E' già parte della storia del Napoli (senza considerare che sta per battere il record di gol di Maradona)... ma se arrivasse lo scudetto... la sua consacrazione a "idolo" sarebbe completa, irreversibile...eterna!
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