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Gregucci: “Al Napoli bisogna ricreare un senso di appartenenza, partirei da Mertens”

Francesco Melluccio

Angelo Gregucci, allenatore, ha parlato del Napoli e di Mertens

Angelo Gregucci, allenatore, è intervenuto ai microfoni di Radio Marte nel corso della trasmissione "Si gonfia la rete". Il tecnico ha parlato del Napolie dell'addio di LorenzoInsigne, che a fine stagione potrebbe essere seguito da un'altra bandiera, DriesMertens.

Le parole di Angelo Gregucci sul possibile addio di Mertens e il senso di appartenenza

Di seguito le parole dell'allenatore AngeloGregucci ai microfoni di Radio Marte.

"Io allenatore del Napoli? Fu l'ultimo tentativo di Luciano Gaucci per salvare la squadra, non andò a compimento. Immediatamente dopo iniziò l'era De Laurentiis, esperienza tumultuosa che però ha dato lustro agli azzurri, che hanno il progetto tecnico tra i migliori in Italia nel senso qualitativo. La squadra si è consolidata e tecnicamente è sempre stata molto competitiva. Aveva in più un senso di appartenenza magari.

E' davvero brutto andare vicino a qualcuno e dirgli che il suo tempo è finito. Questo senso di appartenenza nel Napoli va ricreato. Stai perdendo i fratelli più grandi di questa storia recente del Napoli, cioè Insigne figlio di Napoli e Mertens capocannoniere. Alcuni conoscono già questa storia ma poi devono prendere il comando. Non esiste capitolo leggendario del calcio che non parta da un senso di appartenenza. Penso al Milan di Baresi e Maldini. Se non c'è questo fattore non si può scrivere molto. Però il Napoli, nell'operatività tecnica, ha sempre portato grandi giocatori. Stravedo per Fabian Ruiz e Zielinski, sono giocatori forti. E il Napoli è forte già da un po', dall'era Sarri. Bisogna scomodare Maradona per andare a trovare un ciclo vincente. Però ci vuole qualcosa in più".

Sulla Salernitana

"Salerno vive per la squadra di calcio e quindi il passaggio di proprietà dà speranze. Certo non ha avuto finora la possibilità di rappresentarsi al meglio, tra passaggi di proprietà e scadenze. Iervolino? Me lo dipingono come uomo passionale e quella terra ne sforna. Se Salerno farà un girone di ritorno importante potrà ancora riprogrammare. Questa città ha un patrimonio, se si organizza un buon settore giovanile si possono valorizzare i giocatori, prima ne nascevano tanti. Le ambizioni sono importanti. Se si riorganizza Salerno può essere l'Araba Fenice".