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De Giovanni: “Questo Napoli mi piace e Koulibaly ne è il simbolo”

Redazione

Oggi per i tipi di Sellerio esce l’ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni “Dodici rose a settembre”, che presto sarà fiction su Rai1. E l’autore ne è particolarmente orgoglioso: “Perché viene...

Oggi per i tipi di Sellerio esce l'ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni "Dodici rose a settembre", che presto sarà fiction su Rai1. E l'autore ne è particolarmente orgoglioso: "Perché viene pubblicato nel catalogo di Camilleri, un grande". Ma oltre a essere scrittore di successo, Maurizio resta "malato" del Napoli e quando era sconosciuto, nel 2008, pubblicò un libricino 'Juve-Napoli 1-3, la presa di Torino' raccontando 20 anni dopo quel novembre 1986, una trasferta vissuta in prima persona con altri tre amici, partendo da Napoli con una Regata diesel. 'Se 33 anni dopo ripeterei quella trasferta in macchina a Torino? Io sono rimasto tifoso vero, non imborghesito. E in trasferta ci andrei anche a piedi! Allora fu qualcosa di epico. È come se un reduce da Termopili raccontasse quella battaglia. Erano tempi in cui la televisione era marginale. E contava chi andava allo stadio e aveva il privilegio di vederla e raccontarla quella partita. Era un calcio meno ‘guardato' e raccontato con gli occhi dell'anima di chi con la passione andava anche oltre ciò che aveva visto. Una vittoria che assunse un significato epico nel tempo perché poi arrivò lo scudetto'. Il simbolo Koulibaly— Ora quel racconto fa parte del 'Resto della settimana' un libro più completo che racconta l'animo del tifoso. Viene ricordato anche il 2-3 in casa Juve del Napoli di Mazzarri. Non è entrato nella letteratura invece lo 0-1 timbrato da Koulibaly poco più di un anno fa. 'Per me quel gol di Kalidou rimane uno dei momenti più felici della mia vita. Non nascondo che allora piansi per l'immensa gioia. Perché poi Koulibaly è simbolico. Rappresenta la diversità del sud del mondo e oggi è più simbolo lui della città di tanti napoletani. Quel giorno fu come vincere una finale e lo scudetto sembrava a un passo. Ma proprio quel gol attivò anticorpi del sistema.. e finì come tutti sappiamo'. Di quei 4 amici in Regata cosa resta? 'Purtroppo uno non è più tra noi. Mi è rimasto un rapporto profondo con Luigi, un commercialista conosciuto proprio sui gradoni dei Distinti al San Paolo. Nel racconto era il più ansioso, quello che sbiancava. È rimasto così. Continuiamo dopo oltre trent'anni a sentirci prima, durante e alla fine di ogni partita, quando non la vediamo insieme'. Nuovi sogni— Sulla squadra di Ancelotti dice: 'Questo Napoli mi piace. Mercato mirato a rafforzare il gruppo in ruoli precisi. Mi piace il nuovo atteggiamento del club, più attento alla città. Abbiamo un San Paolo rinnovato, abbonamenti più accessibili, una squadra che tornerà ad allenarsi nel proprio stadio per star vicino alla gente. Il Napoli è Napoli. Il processo identitario è forte al punto che a dimostrarlo sono anche i più beceri, con i loro cori a incitare il Vesuvio. Nessuno penserebbe mai di inneggiare all'esondazione del Po o a un fulmine sul Colosseo.. Per vincere lo scudetto sono pronto a barattare il primo posto dei miei libri più letti. Pur di vedere in testa il Napoli. Già da sabato sera, a sei punti'. Gazzetta.