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Da un paio di giorni stava inondando con i suoi sorrisi i social network, spedendo dei messaggi molto rassicuranti ai tifosi del Napoli. "Sono sempre più felice di essere qui". Ci teneva che lo sapessero tutti, Leonardo Pavoletti: dopo essersi trovato suo malgrado al centro della tempesta, come involontario protagonista dell'ennesimo botta e risposta al veleno tra Maurizio Sarri e Aurelio De Laurentiis.
Pietra dello scandalo i 15 milioni (più bonus) pagati dal presidente al Genoa durante il mercato invernale, per assecondare le richieste del suo allenatore e mettergli a disposizione un nuovo bomber: antidoto per l'emergenza in attacco causata dal grave infortunio di Milik. Sembrava un'operazione indispensabile, nello scorso ottobre: quando Mertens faceva fatica a calarsi nei panni del "falso nueve" e non era ancora diventato l'implacabile cannoniere degli ultimi tre mesi e mezzo. Mai e poi mai, altrimenti, il numero uno del club azzurro avrebbe investito una cifra simile: per un giocatore che invece dal suo arrivo è stato utilizzato col contagocce e sta faticando a conquistarsi un posto al sole.
Poche apparizioni, tanta panchina e la clamorosa tribuna di Madrid: la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Vedendo il suo nuovo e costoso acquisto seduto addirittura tra i tifosi, al Santiago Bernabeu, De Laurentiis non era infatti riuscito a tenere a freno la sua ira funesta, sfogata con una filippica in diretta tv nei confronti di Sarri, accusato peraltro più genericamente di non gestire nella maniera migliore il suo organico. Il tecnico del Napoli aveva evitato saggiamente lo scontro frontale, sul momento: conoscendo il carattere e gli sbalzi di umore del suo presidente. E le successive apparizioni di Pavoletti dal primo minuto, con Chievo e Crotone, sono state certamente funzionali alla tregua firmata tra i due, dopo il prezioso blitz all'Olimpico con la Roma.
Il peggio è ormai alle spalle e poco cambia se a Empoli ci sarà di nuovo Dries Mertens al centro dell'attacco azzurro. "Non posso ignorare il suo eccezionale momento di forma", ha detto Sarri. Ma può finalmente sorridere anche Pavoletti, che d'ora in poi avrà sempre più spazio e ieri ha avuto perfino la possibilità di presentarsi ai suoi nuovi tifosi, in un'intervista alla radio ufficiale (Kiss Kiss) del club. "Essere qui è meraviglioso, non potevo arrivare in una città e in un gruppo migliore. Ogni mattina a Napoli si respira una voglia di vivere davvero unica", ha raccontato l'ex attaccante del Genoa, ammettendo peraltro d'aver vissuto finora un periodo di difficoltà. "I primi mesi non sono mai così semplici, soprattutto quando arrivi in una squadra già collaudata. Mi è servito un po' di tempo per capire come comportarmi, in campo e fuori. Adesso il feeling sta crescendo giorno dopo giorno..". Nessun pentimento, insomma, per essersi rimesso in discussione e aver ricominciato quasi daccapo . "Ho la fortuna di giocare in una piazza speciale e sono sicuro che il mio momento stia per arrivare. Non vedo l'ora di fare gol per sentire il boato del San Paolo e ascoltare i tifosi che urlano il mio nome. Chissà che non accada proprio contro la Juve".
Pavoletti pregusta un gran finale di stagione: per sè e soprattutto per la squadra. "Il Napoli ha ancora due obiettivi da centrare: vogliamo a tutti i costi il secondo posto in campionato, per rigiocare la Champions League. E faremo di tutto per ribaltare il risultato nella semifinale di Coppa Italia contro i bianconeri, al San Paolo. Nulla è impossibile, per questo gruppo, se i nostri tifosi ci staranno vicini. Ma ora sotto con l'Empoli, lo affronteremo con la rabbia giusta". Parole da leader, altro che oggetto misterioso: la sua prossima missione è mettere d'accordo Sarri e De Laurentiis, con la forza del sorriso che adesso sfoggia sui social. "Mi sento a casa: chiamatemi pure Pavolè". Repubblica.
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