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Lo juventino Giletti: “Napoli la mia seconda squadra, se vincesse sarei contento”

Giletti

Le parole del noto giornalista

Giovanni Montuori

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, nell’appuntamento pomeridiano di Radio Goal, è intervenuto il giornalista Massimo Giletti, noto tifoso della Juve, che ha parlato di vari temi e della possibile vittoria dello scudetto da parte degli azzurri.

Giletti sul Napoli e sullo scudetto

Lo juventino Giletti: “Napoli la mia seconda squadra, se vincesse sarei contento”- immagine 2

Le parole di Giletti:

“Vlahovic? a Juventus ha fatto un’operazione molto importante. Exor ha investito 400 milioni per ripianare una situazione deficitaria e, quindi, da un punto di vista finanziario, ha messo a posto tutte le situazioni. Avendo, però, dei personaggi abbastanza ambigui come procuratori, finché non vedo la firma di Vlahovic, mi terrei molto cauto. Ciò detto, non aveva senso prendere Vlahovic a giugno perché, se la Juve non porta a casa un centravanti, rischia di non entrare nella prime quattro. Mi ricorda un po’ il Napoli di alcuni anni fa quando i tifosi, giustamente e con ragione, dicevano: ‘Se avessimo investito su dei giocatori a gennaio, avremmo potuto vincere lo scudetto’. Purtroppo, quell’anno non vinse lo scudetto ed uscì dalle coppe. Questo la Juventus non può permetterselo con 40-50 milioni puliti che non si portano a casa“.

Sulla gestione De Laurentiis:

“Io, quando vengo a Napoli, devo sempre difendere De Laurentiis, cosa strana per uno juventino. Io ricordo a tutti che il Napoli, senza De Laurentiis, era ben lontano dalla Serie A. Stiamo parlando di due società completamente diverse. Alle spalle della Juventus, c’è un grande gruppo e la cassaforte della Juventus non è nelle mani di Andrea Agnelli ma di Elkann. Non si possono paragonare le due società, sia per fatturato sia per esborsi economici e questo de Laurentiis lo sa benissimo. Se tu hai un privato che ti ripiana, non c’è problema. Se sono così folle che, in due anni, ricapitalizzo per 400 milioni, ad un certo punto, qualcuno si stancherà di ripianare i debiti e ci saranno dei problemi. Il calcio deve essere gestito come fanno Atalanta e Napoli, con grande attenzione perché si rischia seriamente di far saltare il banco“.

Sulla Serie A:

“Faccio un esempio molto banale. Shevchenko ha preso 7 milioni e mezzo per stare neanche un mese. Questo vuol dire che il calcio perde la testa per cui io difenderò sempre De Laurentiis perché è una persona attenta che ha delle entrate di un certo tipo e ha portato il Napoli, negli ultimi anni, a essere sempre una delle protagoniste del campionato ed in ambito internazionale. chiaramente, come tifoso, vorrei sempre la follia però, poi, chi la paga? Io non sono felice pagare 7-8 milioni netti per gente come Rabiot e Ramsey. Dybala è un problema molto grave perché ha chiesto 10 milioni netti più un bonus di 2,5 milioni per cinque anni pur facendo, forse, 25-30 partite l’anno. Io spero che l’arrivo di Vlahovic lo metta spalle al muro e accetti prezzi molto più bassi. Insigne ha lasciato Napoli per prendere delle cifre monstre. Io non faccio questioni morali. Ognuno è libero di fare le sue scelte ma non venitemi a fare più il cuoricino“.

Su De Ligt e Rrahmani:

“Questo è uno dei grandi temi del calcio di cui il simbolo massimo è il Paris Saint-Germain. Quando abbiamo preso De Ligt, c’era la concorrenza sfrenata del Barcellona e mi è stato raccontato che ci mise una buona parola Ronaldo che lo convinse a venire a Torino. Io sono sì un tifoso juventino ma vivo questa situazione in modo intellettualmente onesto. Il calcio, così, non può da nessuna parte: è nelle mani di banditi veri che sono i procuratori e che fanno il bello e il cattivo tempo. Rrahmani a 12 milioni è stato un affare ma, se giri l’angolo, trovi affari ovunque che, stranamente, sono fatti solo da alcuni. Le grandi squadre, avendo a disposizione grandi liquidità, hanno una strana voglia di prendere giocatori strutturati e sicuri. L’investimento su De Ligt fu fatto su un ragazzo fortissimo di 20 anni e, allora, ci stava“.

Sullo scudetto al Napoli:

“Io ho sempre detto che il Napoli è la mia seconda squadra perché io, fin dai tempi di Maradona, mi ero innamorato di quell’essere contro il potere. anche io sono un po’ anarchico, ribelle e visionario. Il pensiero di Napoli e di Maradona interpretava la voglia di rivincita di una città e di un modo di essere. Tifavo anche contro me stesso perché mi piaceva l’idea di una squadra che interpretava il pensiero di una città che era bistrattata e vista in un certo modo e che io amo profondamente. Se vincesse il Napoli sarei l’uomo più felice del mondo perché lo merita ed è una società, come l’Atalanta, che tiene i conti in regola e rappresentano qualcosa di più di una città. Quindi, è bello che, dopo anni, facesse questo colpo“.