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Massimo Giletti ha scritto un editoriale per il Corriere di Torino. Ecco uno stralcio:
"Un minuto può cambiare una stagione. Un attimo può cambiare una vita. Cosi parlava Massimiliano Allegri in versione Zarathustra. E così è stato. Per un attimo l’incubo del Napoli è sembrato materializzarsi nella notte di Milano attraverso la storica nemica della Juventus, l’Inter. Per un attimo. Poi è arrivato lui, l’uomo più odiato dai partenopei, il giocatore che ha tradito il sogno degli azzurri: Gonzalo Higuain. È lui che al minuto 89 ha fatto uscire un numero che l’intera città non avrebbe mai voluto vedere sulla ruota di Napoli. Tragica fatalità, ennesimo tragico incrocio tra Napoli e Higuain, che aggiunge l’ennesimo capitolo in un rapporto tra giocatore e città che non si potrà mai più rimarginare. Proprio il Pipita, dopo aver giocato una partita incolore, impalpabile, trovava la forza di salire in cielo e di diventare l’eroe di una notte che nessun bianconero potrà mai dimenticare, segnando un gol che può valere lo scudetto. Il settimo titolo consecutivo, che migliorerebbe un primato di sei già storico e unico. In quei minuti finali è venuta fuori la Juve che non voleva mollare, la Juve che non voleva morire. Solo le grandi squadre hanno un’anima di questa forza. Un’anima che ti porta a trasformare le illusioni in sogni, in un solo minuto. Ho sempre pensato che il nemico più difficile da sconfiggere fosse la sazietà di vittorie e di scudetti che era entrata inevitabilmente nella mente dei nostri giocatori. Entrare nei labirinti mentali umani è quanto mai complesso, ma è tutto terribilmente difficile. Eppure la Juve proprio in quei minuti di San Siro ha fatto capire a tutti che avrebbe lottato in modo veemente senza mollare, pur se non aveva più idee, pur se aveva ormai esaurito le energie, pur se aveva a centrocampo uomini sfiniti. Perché sapeva che era ed è la più forte del campionato e che poteva uscire dall’incubo nel quale eravamo precipitati tutti insieme. Forse neppure oggi i nostri sanno come sono riusciti a farcela , forse ancora oggi non capiscono come quella palla pennellata da Dybala sia potuta entrare nella porta interista. Un gol pesantissimo che insieme alla Champions dell’Inter ha distrutto in un minuto il sogno degli azzurri di Sarri, che in un amen passati dalla certezza di vincere uno scudetto fantastico e di tornare da Firenze da trionfatori, al doversi rigiocare tutto senza più sicurezze e con tante paure dentro. Già... tutto in un minuto, così va la vita".
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