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La Gazzetta dello Sport, analizza e commenta la vittoria della Panchina d'Oro di Maurizio Sarri:
"Ma non ha sbagliato neppure chi ha votato per Sarri. Anzi... Esiste un criterio anche più attendibile delle vittorie per giudicare il lavoro di un mister: quanto migliora gioco e giocatori. E’ qui che la Panchina d’oro di Sarri è sacrosanta. Il 19 settembre 2015, quarta di campionato, il suo Napoli era già nato, con 5 gol alla Lazio.
La sbalorditiva velocità con cui trasmise concetti nuovi, aggressivi e sofisticati a un Napoli, che aveva ancora in testa l’istinto di ritirarsi per ripartire, racconta bene il suo talento di educatore. Pochi hanno sfiorato i picchi estetici raggiunti dal Napoli di Sarri. La bellezza va premiata.
Sotto la guida del maestro in tuta, Mertens è diventato un crack, Insigne ha guadagnato una continuità inedita. Non è stato Higuain a regalare 36 gol a Sarri, ma Sarri a regalare a Higuain la possibilità di farli. Infatti senza il Pipita, il Napoli segna anche di più. Se De Laurentiis, dimenticato ieri nei ringraziamenti, rafforzerà il giocattolo o, per lo meno, non lo danneggerà con sceneggiate; se Sarri finalmente si convincerà che il mondo non gli trama contro e farà maturare la squadra togliendole alibi, anche il Napoli potrà presto vincere, come il suo mister. Intanto ha un doppio, attesissimo appuntamento con la Signora. Sarri ora sa che può battere Allegri, perfino all’ora di pranzo".
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