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Lippi: “Gattuso ha avuto la capacità di reinventare la squadra a causa delle assenze”

Sara Ghezzi

L'ex ct nel corso dell'intervista a Radio Rai ha difeso l'operato di Gattuso e parlato del campionato di Serie A, commentando anche lo scontro Agnelli-Conte

Il campionato mai come quest'anno è aperto a qualsiasi finale. Sia la lotta per lo scudetto che per l'Europa sono avvincenti, mentre per il tricolore sembra essere una lotta tra le milanesi, con la Juventus che proverà a recuperare punti, per la Champions è una lotta tra le romane, l'Atalanta e il Napoli, che ha una gara da recuperare. La squadra di Gattuso, finito nelle ultime settimane nel mirino delle critiche, sabato sera nonostante le assenze ha ottenuto una vittoria importantissima contro i bianconeri per continuare il cammino verso il quarto posto. Proprio la situazione del tecnico azzurri è uno degli argomenti toccati da Marcello Lippi intervenuto ai microfoni di Radio Rai nel corso della trasmissione Radio Anch'io Sport difendendo l'operato del suo ex giocatore.

Lippi difende Gattuso dalle critiche delle ultime settimane

Di seguito le sue parole:

"Ha dovuto far fronte a numerosissime assenze, sta facendo a meno di Mertens, gli è mancato pure Osimhen, che era stato preso per dare profondità al gioco della squadra, e adesso non c'è Koulibaly. Rino si è dovuto inventare ogni volta la squadra e meno male che ne ha avuto la capacità. Proviamo a fare un conto dei giocatori che sono mancati al Napoli".

Sulla lite Conte-Agnelli

"Non sono cose normali di campo, anche se in gare così importanti può scappare qualche parola di troppo. Penso sia normale pensare che siano stati screzi che derivano dal passato".

Sull'Inter e Eriksen

"Conte prova, varia, verifica e poi sceglie. Non mette in campo una squadra che non gli dà fiducia e se ha scelto il danese significa che lo ritiene adatto. Può essere una soluzione, ieri è andato bene e sui calci piazzati riesce a mettere in crisi gli avversari".

Sull'Atalanta in ottica scudetto

"È un po' indietro, è a -10 dalla vetta e sono tanti. Non ci ho messo neanche la Lazio infatti tra le pretendenti al titolo".

Sulla lotta scudetto

"La stanchezza sta facendo capolino, si gioca tantissimi e gli allenatori hanno poco tempo per preparare le gare e lavorare sulla preparazione atletica. Di quelle in testa l'unica che deve ancora trovare la quadra è la Juventus, che ha cambiato tantissimo e non ha potuto fare delle verifiche durante l'anno. L'Inter è quella che stiamo vedendo e insieme a Juve e Milan, visto che hanno Lukaku, Ronaldo e Ibrahimovic, ha più chance di vincere. I campioni fanno la differenza. Da questo campionato c'è da aspettarsi di tutto, è cominciato in maniera anomala, senza preparazione. C'erano i presupposti per questa incertezza. Dai 50 punti dell'Inter fino alla Roma, con Juve e Napoli con una gara in meno, tutte possono giocarsi lo scudetto".

Sul Milan

"Resta in piena corsa per lo scudetto e ci mancherebbe altro. Ha colmato, dopo il mercato, anche l'unica lacuna che aveva, ovvero la profondità della panchina. Voglio fare un complimento poi allo Spezia, è la squadra che mi piace di più in Serie A, Italiano sta facendo un grandissimo lavoro perché venire dalla Serie B e fare queste cose è una grande cosa. Tornando al Milan dico che lotterà fino alla fine".

Sulle italiane in Champions

"Sarà dura. La Juve contro il Porto ha una gara accessibile ma la Lazio affronterà una delle migliori, la favorita insieme al Manchester City. Real e Barcellona sono un po' indietro ma non è mai facile affrontarle e per l'Atalanta non sarà facile. Il Bayern resta comunque la più forte d'Europa".

Sulla Fiorentina e il Torino

"Non lo so. Si creano queste situazioni a volte nei campionati che non si spiegano molto. Torino e Fiorentina hanno squadre che possono puntare alle coppe o che comunque non dovrebbero andare al di sotto della metà classifica. Allenatori e società devono trasmettere serenità e far capire ai giocatori che devono lottare per non retrocedere, cambiando la loro mentalità".

Sul calcio in Cina

"Si pensa meno al calcio in Cina? Sì, c'è un occidentalizzazione che non piace molto al governo e c'è un ridimensionamento. Fino a quando non si sarà risolto il problema del Covid le cose poi non cambieranno".