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Di Napoli e Milan Giovanni Galli ha indossato anche i guantoni. Portiere di esperienza e anche di carattere, è stato anche uno degli azzurri campioni del mondo nella fortunata spedizione spagnola del 1982. E compagno di squadra di Carlo Ancelotti in rossonero per tre stagioni dal 1987 al 1990. Oggi continua a seguire il calcio dall’esterno come commentatore tv.
Sabato al San Paolo l’esordio del Milan, cosa si aspetta dai rossoneri?
«Sarà anche la prima dell’era Leonardo e dei nuovi acquisti. Al momento è difficile dare una misura di cosa sia il Milan ma sulla carta può sembrare una squadra attrezzata come avevamo detto l’anno scorso, quando la campagna acquisti non si è rivelata vincente».
Quindi?
«Al momento il Milan è un punto interrogativo».
E il Napoli?
«Ha fatto una buona partita a Roma con la Lazio e credo che l’intelligenza di Ancelotti si sia già vista».
In che modo?
«Ha cercato di capire nel precampionato quelle che erano le caratteristiche e il valore della squadra e poi ha iniziato a fare delle modifiche. Il tutto con la massima intelligenza perché quando vedi che la macchina viaggia da sola ti basta liberare la fantasia del singolo all’interno di una squadra organizzata e ottieni ottimi risultati».
La convince?
«Mi sembra un po’ di rivedere Capello nel dopo Sacchi al Milan».
In che senso?
«Avviò la sua gestione lasciando libera interpretazione alla squadra che giocava a memoria limitandosi a togliere le pressioni che derivavano da quel gioco maniacale che aveva sì portato risultati, ma mentalmente aveva esaurito i giocatori».
E Ancelotti?
«Mi sembra stia facendo lo stesso. I gol di sabato sono frutto del lavoro di Sarri. E Carletto non si offende se gli si dicono queste cose perché è un uomo che viaggia sopra ogni polemica e ogni critica».
Veniamo ai singoli: da ex portiere, cosa si aspetta per la gestione del terzetto Meret-Karnezis-Ospina?
«Tra i tre probabilmente Karnezis è il meno titolare. Il Napoli ha speso tanto per Meret perché giustamente è il portiere del futuro, insieme a Donnarumma rappresenta la nuova generazione della nazionale del futuro. Ospina, invece, è stato preso per sopperire all’incidente di Meret ed è un portiere di livello internazionale».
Come pensa che verranno alternati?
«Bisognerebbe essere lì nello spogliatoio e sapere le parole che l’allenatore spende, perché la cosa fondamentale è la credibilità e quando spendi delle parole non puoi poi rimangiarle. In questo momento ha iniziato Karnezis dopo un precampionato abbastanza difficile, ma ora ha iniziato a capire i movimenti. Detto questo, oggi servono almeno due portieri di altissimo profilo, non è più come una volta quando bastava un titolare e una riserva».
Come vede l’accoppiata Donnarumma-Reina?
«In questo momento Reina ha accettato il fatto che Donnarumma potesse partire titolare. Lo spagnolo può essere il vice ideale, quando parlavo con Sarri mi ha sempre parlato di un uomo straordinario al di là delle capacità del portiere. Per cui un uomo colto e intelligente saprà dare la sua mano a Donnarumma, capirà di cosa ha bisogno Gigio e su cosa lavorare. Una coppia quasi perfetta».
Restiamo in casa Milan, le piace Gattuso?
«Va valutato anche per quelli che sono i risultati che ha ottenuto. Quando entri in corsa non è mai facile, ma lui ha fatto 6 mesi straordinari e ha ridato identità alla squadra. Prima sembrava che giocassero solo per lo spettacolo, si piacevano molto, ora non hanno tempo di piacersi, si corre e si lotta».
E come valuta l’acquisto di Higuain?
«Il Pipita è un grande giocatore, lo stesso dei tempi del Napoli, anzi credo sia stato uno dei migliori numeri 9 passati in azzurro dopo Careca. In questo scambio con la Juve ci hanno guadagnato molto: il Milan creava tante palle gol a partita ma non aveva nessuno che le finalizzava. Higuain è uno che te la butta dentro e nei 16 metri è micidiale. E' lui l’uomo che serviva a Gattuso». Higuain è arrivato insieme a Caldara. «E' un grandissimo difensore, credo che possa essere il nuovo Nesta. Farà benissimo al Milan». Il Mattino.
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