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Lorenzo Insigne è, della rosa attuale, l'unico vero talento prodotto in casa Napoli. L'esordio con i partenopei arriva nel 2010 nella gara esterna con il Livorno, poi il prestito alla Cavese in Serie C, dove non riesce ad esprimere il suo talento al massimo. Dal 2012 veste con regolarità la maglia azzurra dopo un periodo fatto di prestiti in giro per l'Italia per "farsi le ossa". La prima vera esperienza è al Foggia (in Serie C) allenato da Zdenek Zeman in cui colleziona 40 presenze tra campionato e Coppa Italia e 26 gol. Il tecnico boemo si innamora del suo modo di giocare e l'anno successivo fa di tutto per portarlo al Pescara in Serie B. Il Napoli accetta di cederlo ma solo in prestito, ha un campione in casa e non vuole lasciarselo sfuggire. A Pescara è il protagonista, insieme con Immobile e Verratti, di una stagione memorabile per i Delfini che si conclude con 18 gol, 14 assist, la promozione in Serie A e il premio di Miglior Calciatore della Serie B. A questo punto è pronto per Napoli, per la piazza della sua città, per la sua gente: il Pescara vorrebbe trattenerlo anche in A ma Walter Mazzarri, allora allenatore del Napoli, decide di tenerlo in rosa. Dopo poche giornate di campionato trova la prima rete in Serie A al San Paolo, contro il Parma e da lì in poi il legame tra Insigne e i tifosi napoletani diventa indissolubile. La strepitosa stagione con il Pescara e la conferma nella rosa del Napoli gli portano a vestire anche la maglia della Nazionale a soli 21 anni.
Nelle sei stagioni napoletane ha raggiunto 262 presenze e 63 gol, in tutte le competizioni e si è dimostrato uno degli indispensabili del gruppo. La sua peculiarità è l'assist, quasi vive per il passaggio al compagno anche se, da attaccante, non disdegna i gol, soprattutto se sono pesanti per le sorti della partita. Ha superato anche i 50 assist con la maglia del Napoli e ogni anno si conferma tra i primi in Serie A in queste vesti. Negli anni è migliorato tanto anche dal punto di vista difensivo, grazie alle richieste di Benitez e di Sarri che facevano del gioco degli esterni l'arma in più del Napoli.
Insomma le qualità di Lorenzo Insigne sono evidenti a tutto il mondo calcistico, tecnicamente è uno dei maggiori talenti italiani: dribbling, velocità di pensiero e piede fatato sono solo le caratteristiche più superficiali. Nella stagione appena conclusa Insigne è stato tra i migliori del Napoli e i numeri ne denotano le grandi qualità.
Fase difensiva:
- Ha vinto 30 contrasti su 59 (il 51%)
- Ha bloccato 51 azioni d'attacco avversarie (passaggi, cross, tiri e ripartenze)
- Ha commesso 13 falli e subiti 38
- Ha ricevuto 5 cartellini gialli e 0 cartellini rossi
- Ha perso 96 palloni (di cui 63 da contrasti)
- Ha perso 10 duelli aerei su 13 (il 76%)
Fase offensiva:
- 2368 passaggi completati (di cui 108 utili per azioni offensive o azioni gol)
- 198 tiri verso la porta avversaria
- 78 dribbling riusciti su 140 (il 55%)
- 11 assist (tutti in Serie A)
- 12 gol (8 in Serie A, 3 in Champions League, 1 in Europa League)
I numeri sono quelli di un gran giocatore che farebbe le fortune di moltissime squadre in giro per il mondo, c'è chi farebbe di tutto per portarlo tra le sue fila ma Lorenzo difficilmente andrà via da Napoli. È il vicecapitano della squadra e colui che in più occasioni ha difeso la città, la maglia e tutti i tifosi azzurri quando c'erano problemi di discriminazione e di razzismo nei confronti di Napoli, colui che ci ha messo la faccia in più occasioni: è bene ricordare le parole alle tv al termine del primo tempo di Sampdoria-Napoli dello scorso anno in cui il 24 azzurro era stanco di sentire cori discriminatori.
È stato l'uomo che ha reso possibile, seppur per pochi minuti, il sogno di sbancare il Santiago Bernabeu con il suo classico "tiro a giro" da posizione impossibile e che ha esultato a nome di tutta la tifoseria napoletana. È l'uomo che ha regalato, grazie ad una doppietta contro la Fiorentina, la seconda Coppa Italia al Napoli di De Laurentiis, nel 2014. È l'uomo che ha litigato anche con il pubblico del San Paolo che dopo qualche giocata mal riuscita lo ha fischiato e lui ha reagito dal campo mandando "a quel paese" tutti, poi ha capito e si è scusato: ma del resto i legami amorosi sono fatti anche di botta e risposta e di litigi che rinforzano i legami stessi. È l'uomo simbolo di Napoli, l'idolo della piazza azzurra e il campione su cui si punterà in futuro per provare a portare a casa altri trofei. È l'uomo del presente, del passato e del futuro. È l'uomo del Napoli, l'uomo di Napoli.
Focus di Salvatore Amoroso
Foto SSCN
Redazione
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